Yule

A Samhain (il 31 ottobre) onoriamo l’inizio del nuovo anno, celebriamo e diamo il benvenuto alla discesa e al ritorno dell’oscurità, riconoscendo che tutti gli inizi emergono da essa.
Al solstizio d’inverno, Yule, raggiungiamo la profondità di quell’oscurità con la notte più lunga dell’anno. Il buio ha raggiunto il suo apice.
Ora iniziamo a chiederci: continuerà?
La Terra diventerà più scura e più fredda man mano che il Sole scomparirà a sud finché non rimarrà solo l’oscurità?
Ma a Yule accade una cosa meravigliosa: il sole interrompe il suo declino e per alcuni giorni sorge più o meno nello stesso luogo e nella stessa ora.
Questo è il momento cruciale, la cuspide tra gli eventi: il sole si ferma e tutti aspettiamo la svolta.
Poi il Sole ricomincia il suo cammino andando verso Nord e la luce ritorna. Nel mondo, nella nostra vita, torna la luce.
Con la fine della notte più lunga l’oscurità è sconfitta: la Dea dà alla luce il Dio Sole.
Il sole comincia a crescere e le giornate si allungano. Tutto ciò che è nascosto inizierà a emergere.
Questo è il compleanno del Sole! Ed è davvero l’ora di festeggiare.
A Samhain, la Dea seguì il Dio negli Inferi e la Terra iniziò il suo lungo sonno invernale.
Mentre la Ruota gira verso Yule, la Dea è incinta e dà alla luce il piccolo Re Quercia, Dio del Sole nascente.
Il Vecchio Dio o Holly King viene sconfitto e torna negli Inferi per riposare fino al solstizio d’estate, quando rinascerà di nuovo come Signore del Sole calante.
A Yule, piangiamo la scomparsa del Dio Antico che è il Signore dell’Inverno.
Questo antico dio ha molti nomi, oltre al re dell’agrifoglio, tra cui Cernunnos, Odino, Arlecchino e, naturalmente, Babbo Natale.
Questo Dio è raffigurato come un uomo anziano, maestoso e spesso allegro.
A volte viene mostrato come un re in abiti bordati di ermellino, altre volte viene mostrato come un giullare e chiamato il re dei folli.
L’ antico Dio è il Signore della Morte, del Mondo degli Spiriti e della magia.
È il Dio della foresta, degli animali e della caccia; spesso è ritratto con le corna.
Yule è anche una celebrazione della nascita del Re Sole e del rinnovamento della natura. Pratichiamo la magia simpatica accendendo fuochi o candele per incoraggiare il sole a crescere più forte.
Questo è un momento di nuovi inizi sia fisici che spirituali, la ruota dell’anno ha fatto un giro completo.
La notte più buia dell’inverno è un buon momento per l’auto esame e per scoprire i “semi” della crescita spirituale o degli ostacoli che giacciono dormienti dentro di noi.
Il solstizio d’inverno è il punto di svolta nel ciclo naturale dell’anno, questa notte più buia di tutto l’anno è seguita da un giorno che sorgerà un po’ prima!
Le tradizioni di Yule, o Solstizio d’Inverno, sono molte e generose: sono condivise non solo con la cristianità, con il compleanno di Gesù Bambino, ma anche con molte tradizioni pagane precristiane (e anche moderne).
A volte è difficile risalirne alle fonti storiche, ma ci sono tutte molto familiari e fanno parte, ormai, della nostra cultura occidentale anche se, molte volte, non ne conosciamo il significato simbolico. Proviamo a vederne alcune nei punti che seguono:

    • I sempreverdi: rappresentano la vita eterna e venivano tradizionalmente appesi intorno a porte e a finestre. Ognuno ha un suo simbolismo.
    • Vischio: molto venerato dai druidi, è il guaritore e il protettore. È tagliato con cura per garantire che non tocchi mai la terra. Si crede che le sue proprietà magiche siano collegate al fatto che tra il cielo e la terra.
      Le bacche bianche del vischio rappresentano il fertile seme bianco del maschio, origine della vita. È da qui che proviene la tradizione del bacio sotto il vischio.
    • Agrifoglio: si ritiene che le setole appuntite di agrifoglio respingano gli spiriti indesiderati. I neonati venivano spruzzati con “acqua di agrifoglio”, acqua in cui era stato immerso l’agrifoglio lasciato sotto la luna piena durante la notte.
      Simboleggia la vita eterna, la buona volontà e la potente energia vitale.
      Le sue bacche rosse rappresentano il sangue femminile. Insieme, vischio e agrifoglio rappresentano il Sacro Matrimonio nel quale avviene la perenne rinascita del Sole/Figlio.
    • Edera: simbolo sempreverde d’immortalità e resurrezione; cresce in una spirale che ci ricorda la reincarnazione e la rinascita.
      Sacra a Osiride, dove la sua morte e risurrezione era un tema centrale nella religione egiziana.
      Sacra anche a Dionisio, dio della vegetazione, della fioritura e del ritorno della primavera.
    • Tasso: Albero che simboleggia la rigenerazione e la rinascita come nessun altro.
      È profondamente connesso con i regni spirituali e gli antenati.
      Spesso utilizzato come “albero del mondo” è centrale negli spazi rituali ed è spesso piantato nei cimiteri come ornamento.
    • Pino: i suoi rami portano guarigione e gioia alla casa; se bruciato ha un forte potere purificatore.
    • La ghirlanda: fatta con i sempreverdi simboleggia la Ruota della Vita; storicamente erano appese alle porte o poste orizzontalmente e decorate con candele.
      In seguito sono diventate le corone dell’Avvento cristiano
    • L’albero di Natale: sin dall’antichità, l’albero è il simbolo assoluto di vita e questa cultura era diffusa in tutti i Paesi e in tutte le epoche, anche molto prima della nascita del Cristianesimo. Nella cultura cristiana, l’albero è presente fin dall’inizio e si mescola spesso con il candelabro, dato che entrambi portano le luci che illuminano e che si spengono. L’antico tema dell’Albero della vita si fonde anche con la croce di Gesù Cristo: il legno fiorisce e fruttifica, come vediamo in molte catacombe e battisteri paleocristiani.
      Secondo la tradizione, l’albero di Natale, così come viene usato oggi, nacque a Tallinn, in Estonia, nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Usanza che poi fu ripresa in Germania: si narra, tra le cronache di Brema del 1570, di un albero che veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Una cronaca di Strasburgo, invece, annota nel 1605 che per Natale i cittadini portavano a casa loro degli abeti, li mettevano nelle stanze, li ornavano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro. Anche la città di Riga, in Lettonia, difende la sua tradizione che narra di essere stata sede del primo albero di Natale; proprio a Riga, infatti, si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il “primo albero di capodanno” fu lì addobbato nel 1510.
      Già nell’antichità, un rito pagano invitava a portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo bene augurante e nel Medioevo si diffuse la tradizione degli “Adam und Eva Spiele”, i giochi di Adamo ed Eva che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio il 24 di dicembre, alla vigilia di Natale, con tanto di alberi di frutta, simboli dell’abbondanza e del mistero della vita. In seguito, a questi alberi di frutta si cominciarono a preferire sempre di più gli abeti che possiedono la caratteristica magica di essere sempre verdi. L’abete, con la sua sagoma triangolare, rispecchiava bene anche la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventando nel folclore tedesco anche l’albero cicogna dal quale la levatrice scuoteva i neonati.
      Fu per molto tempo che la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi. All’inizio, veniva considerato un uso protestante e solo nel ‘900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico
    • Candele: questa è la festa della vittoria della luce sull’oscurità e la tradizione di accendere le candele si perde nei meandri della storia. Rosso, verde e oro del Sole che torna sono i colori di Yule. Decora la tua casa e il tuo altare con sempreverdi e candele.
    • Regali: Durante la festività dei Saturnali, la ricorrenza popolare per propiziarsi l’abbondanza dei raccolti durante la bella stagione dalla quale “prese le mosse” il Natale cristiano, oltre a scambiarsi rami d’abete, simbolo di eterna prosperità, i Romani permettevano agli schiavi di partecipare ai banchetti e tutti si scambiavano regali come segno di benevolenza.Per la tradizione della religione Wicca questo è il Compleanno del Sole/Figlio!
      Quale migliore occasione della rinascita per ottenere in dono ciò che desideriamo e per donare, a nostra volta, a chi ci è vicino quello che desidera?

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