Portulaca: l’erba magica che raccoglieva mia nonna

Ci siamo lasciati alle spalle anche Lammas l’antica festa del raccolto, spesso associata al pane. In questi giorni che precedono il ferragosto sono tornato fra le mie montagne e una certa nostalgia per le persone che hanno fatto un pezzo di strada assieme a me si fa sentire.
Nella crepa del selciato, nel cortile di fronte a casa, questa mattina ho notato una piantina con delle foglie carnose e, immediatamente, un ricordo mi ha pervaso la mente portandomi alla mia infanzia.
A Fai (un paese all’inizio della val di Non) mia nonna paterna aveva un piccolo orto esposto al sole dove la portulaca era un ospite che si auto-invitava ogni estate. Per molti era solo “erba grassa”, un infestante da estirpare. Per mia nonna, invece, era un piccolo tesoro. La ricordo perfettamente, china con la sua gonna a fiori, le mani esperte che la raccoglievano con una delicatezza che si riserva alle cose preziose. “Questa è l’oro dei poveri” mi diceva, “non si butta via niente”.
Allora non capivo. Vedevo solo una piantina tenace con foglie carnose e piccoli fiori gialli che si aprivano a mezzogiorno. Oggi, però, so che in quel gesto semplice c’era una saggezza antica, un sapere che univa la cucina, la medicina popolare e persino un pizzico di magia. Quella che io chiamavo “l’erba della nonna” è la Portulaca Oleracea, e nasconde segreti sorprendenti.
La prima curiosità sulla portulaca è la sua incredibile resilienza. Cresce dove quasi nient’altro osa, sopportando siccità e caldo estremi. Ma la vera sorpresa è dentro le sue foglioline cariche d’acqua. La terminologia moderna la definirebbe un “superfood”.
La portulaca è una delle fonti vegetali più ricche di acidi grassi Omega-3, essenziali per il cuore e il cervello. È anche stracolma di vitamina C (più delle arance), vitamina A, e minerali come magnesio e potassio.
Se andiamo a vedere nella storia, non era solo mia nonna a conoscerne il valore: già Plinio il Vecchio, nell’antica Roma, ne decantava le virtù, raccomandandola come amuleto contro ogni male. Infatti, nel Libro XX della Naturalis Historia troviamo la descrizione dei numerosi usi terapeutici della ‘peplis’ (la portulaca) e, come era comune all’epoca, intreccia medicina con credenze popolari dai connotati magici.

“…quin et anuli more circumligata in bracchio, amuleti vice prodest adversus omnia mala medicamenta.”
“inponi eam amatoribus et desideria exstingui.”

“…anzi, legata al braccio a guisa di anello (bracciale), giova come amuleto contro tutti i malefìci.”
“Se posta sugli amanti, si dice che estingua i loro desideri.”

Nella medicina popolare, il suo succo veniva usato per lenire le punture d’insetto e le irritazioni della pelle, proprio come l’aloe. Le si attribuivano inoltre proprietà depurative e diuretiche, perfette per “pulire” l’organismo durante il cambio di stagione.
Ciò che un tempo era un sapere tramandato oralmente, oggi trova spesso conferma nella ricerca scientifica, elevando l'”erba grassa” a una vera e propria alleata del benessere.
La composizione nutrizionale della portulaca è ciò che la rende così preziosa. Come già accennato, è una delle poche fonti vegetali significative di Omega-3 (in particolare acido alfa-linolenico), acidi grassi polinsaturi noti per le loro proprietà antinfiammatorie e cardioprotettive. Contiene inoltre:

  • Vitamine. In particolare vitamina C (con proprietà antiossidanti e immunostimolanti), vitamina A (sotto forma di carotenoidi, benefici per la vista e la pelle) e diverse vitamine del gruppo B.
  • Minerali. Ricca di magnesio (importante per muscoli e sistema nervoso), potassio (regolatore della pressione sanguigna), calcio e ferro.
  • Antiossidanti. Flavonoidi, carotenoidi e altri composti fenolici che combattono i radicali liberi e riducono lo stress ossidativo.

Vi riassumo in alcuni punti le proprietà farmaceutiche della Portularca.

  • Proprietà Antinfiammatorie e Lenitive. Tradizionalmente usata per le irritazioni cutanee e le punture d’insetto, grazie ai suoi composti antinfiammatori e all’effetto rinfrescante del suo succo mucillaginoso. Studi moderni ne hanno confermato l’efficacia nel ridurre l’infiammazione.
  • Azione Depurativa e Diuretica. Considerata un ottimo depurativo, in grado di favorire l’eliminazione delle tossine e l’eccesso di liquidi. Questa azione è supportata dalla sua ricchezza di potassio e dalla sua capacità di stimolare la funzione renale.
  • Salute Digestiva. Le mucillagini presenti nella portulaca possono avere un effetto protettivo sulla mucosa gastrointestinale, aiutando a lenire ulcere e irritazioni. Tradizionalmente veniva impiegata per problemi come la dissenteria.
  • Controllo della Glicemia. Alcune ricerche preliminari suggeriscono che la portulaca possa contribuire a regolare i livelli di zucchero nel sangue, rendendola potenzialmente utile per chi soffre di diabete di tipo 2.
  • Salute Cardiovascolare. L’alto contenuto di Omega-3, potassio e magnesio la rende benefica per il cuore e la circolazione, aiutando a mantenere la pressione sanguigna nella norma e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
  • Supporto Immunitario. La ricchezza di vitamina C e altri antiossidanti rafforza le difese immunitarie, aiutando l’organismo a combattere infezioni e malattie.

Chissà in quante frittate e insalate estive della mia nonna è finita la portulaca.
Il suo sapore è unico: leggermente acidulo, quasi di limone, con una consistenza croccante che rinfresca il palato. Si consuma principalmente cruda, aggiunta a insalate miste, pomodori e cetrioli, oppure cotta per pochi minuti in zuppe, frittate o come ripieno per la pasta.
Il succo fresco delle foglie può essere applicato direttamente sulla pelle per le irritazioni.
Ma, come ben sapete, cari lettori, ogni pianta, nella visione del mondo contadino e della stregoneria popolare, possedeva uno “spirito” e un potere specifico. La portulaca, con la sua natura umile ma tenace e legata alla terra, era considerata una pianta governata dalla Luna, potente e protettiva.
Nella nostra antica arte ci può tornare utile in diverse situazioni

  • Potente protezione. Il suo uso principale nella magia popolare era legato alla protezione. Si credeva che spargerla attorno alla soglia di casa tenesse lontani gli spiriti maligni e l’invidia. Portarne un rametto in tasca era considerato un amuleto contro la sfortuna durante i viaggi.
  • Sonno e sogni tranquilli. Messa sotto il cuscino, si diceva che proteggesse dagli incubi e favorisse un sonno profondo e ristoratore. La sua energia lunare e acquatica era vista come un calmante per le menti agitate.
  • Fortuna e Denaro. Le sue piccole foglie rotonde e carnose ricordavano delle monetine. Per questo, in alcune tradizioni, veniva usata in rituali per attrarre la prosperità, spesso conservandone qualche foglia essiccata nel portafoglio.
  • Amore. Essendo una pianta così piena di vita e di acqua (elemento delle emozioni), veniva anche associata a incantesimi d’amore e per spezzare blocchi emotivi che impedivano di trovare un partner.

Ripensandoci oggi, capisco il valore di quel gesto. Mia nonna, con la sua saggezza silenziosa, mi ha insegnato a guardare oltre le apparenze, a trovare nutrimento, cura e persino magia dove gli altri vedono solo un’erbaccia.
La portulaca non è solo una pianta, ma un promemoria: i tesori più grandi, a volte, crescono spontanei e silenziosi proprio ai nostri piedi. Basta solo avere la pazienza e il cuore di riconoscerli.
La prossima volta, se avrete voglia e pazienza di seguirmi in questo blog, vi proporrò un bel rituale di magia bianca che avrà come elemento, simbolico ed energetico, principale proprio la portulaca.
Auguro a tutti voi un sereno ferragosto.

Seguimi!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit exceeded. Please complete the captcha once again.