Gli ‘oroscopini’

Come sa chi mi segue mi sto interessando, fra le altre cose, all’astrologia (quella vera, complessa,
zeppa di particolarità e di cose da sapere tanto è vero che anche Leonardo da Vinci vi si cimentava) e mano a mano sto scoprendo che non è solo una delle tante forme di divinazione ma una vera e propria scienza (definiamola di confine, così non mi assale nessuno) con fondamenti, teorie e discordanze.
Nel mio ricercare materiale e argomenti di studio mi sono imbattuto in questo articolo che in questo venerdì vi voglio proporre come elemento di riflessione.
È un’ intervista a Marco Pesatori, pubblicata su ‘Libero quotidiano’, che cura la rubrica astrologica di Vogue Italia dal 1999 e di cui sto leggendo ‘Urano e la cerimonia del tè’.
Tralasciando le semplificazioni necessarie (ma devo essere sincero mai banali) dei suoi oroscopi Pesatori ha sempre dimostrato di essere uno che di astrologia ne sa e si discosta (sempre a mio avviso) dalla ‘massa’ di quelli che lui definisce in maniera direi impietosa ‘oroscopini’.
Prendetevi del tempo e buona lettura.
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A fine anno, improvvisamente, l’ oroscopo diventa una faccenda seria.
Gli occhi di tutti finiscono immancabilmente lì: su quelle colonnine divise per segno che in sole tre mosse (amore, lavoro, salute) svelano il nostro destino da qui ai prossimi dodici mesi.
Sosteniamo di crederci poco, eppure ci aggrappiamo a quelle stelline: tre sono buone, cinque ci fanno esultare, una è presagio di sventura.
Peccato che, in tutto questo, di astrologia c’ è ben poco.
Lo conferma l’ astrologo Marco Pesatori: firma di Vogue e allergico a quelli che lui bolla come “oroscopini” ha dato alle stampe una ventina di libri, unendo studi di psicanalisi e astrologia.
Tra le sue ultime pubblicazioni, Il trigono del sole e Urano e la cerimonia del tè.

Qual è il limite di questi oroscopini, che sono però amatissimi dagli italiani?

«Già negli anni ’50 il filosofo Adorno si era scagliato contro l’ uso degli oroscopini spiegando che questo tipo di previsioni non faceva altro che riflettere il pensiero comune.
Piacevano solo perché non disturbavano.
L’ astrologia seria è invece diversa da quella, generica, basata sui dodici segni.
Purtroppo l’ Occidente ha ridotto quest’ arte alla banalità delle previsioni».

 

Sta dicendo che è scettico verso gli oroscopi?
«L’ oroscopo basato sui dodici segni è approssimativo: profuma di vero, potrebbe essere tale ma non è detto che lo sia.
È quindi giusto che chi ne fruisce lo sappia.
Io stesso, per esempio, quando ho dato alle stampe i libri sull’oroscopo annuale ho sempre precisato a chiare lettere:

“Attenzione, queste informazioni vanno maneggiate con cautela, non sono una scienza esatta”».

Dunque l’ ultima parola sul proprio destino resta ancora all’uomo?

«Certo, l’ ultima parola è sua e della sua coscienza.
Almeno fin dove può arrivare l’ uomo: non cadiamo nel rischio opposto dell’ onnipotenza.
Poi certo, è meglio non avere Saturno contro anche se, a mio avviso, è un’ occasione di crescita e riflessione». 

Oggi sono molti gli astrologi famosi e ricercati: Branko, Paolo Fox, Antonio Capitani, Simon & the stars.
Quanti però promuovono l’ astrologia vera?

«Direi nessuno. Fox, per esempio, è diventato il Pippo Baudo della astrologia ma non precisa mai che le cose che dice non sono vere».

Suvvia, ne salverà almeno uno.

«Il mago Otelma, perché ha l’ autoironia di prendersi poco sul serio (ride, ndr).

Il fatto è che l’ astrologia non è una macchina di sentenze, ma un’ arte per amplificare la coscienza e spingerci a pensare.
Il mio slogan è: “fuori dal branco, più coscienza e meno astrologia”».

C’ è da dire che oggi non esiste una scuola per diventare astrologo.
È un’ anomalia tutta italiana?

«Sì, d’altronde siamo tra gli ultimi Paesi al mondo per cultura: figuriamoci se si contempla l’ idea di una cattedra universitaria in astrologia!
Eppure ad Harvard e a Oxford esiste e persino a La Sorbona di Parigi si sono tenute lezioni di astrologia».

Fino al 2017 anche lei pubblicava un libro dedicato all’oroscopo dell’ anno. Perché ha smesso?

«Gli editori pagavano una miseria».

Posso chiederle cosa ci aspetta nel 2019?
«Sì, ma premetto che la risposta sarebbe imprecisa: nessuno si esaurisce nel proprio segno.
Per esempio, per le donne sono decisive Venere e Luna.
Fare un’ astrologia solo solare ha dei limiti grandissimi».
Ci accontentiamo. Quali segni sono favoriti?

«Toro e Capricorno sono i simboli che non ricevono angolazioni cattive.
Il Capricorno avrà addirittura a favore anche i prossimi 7 anni.
Anche i nati in agosto andranno molto bene, soprattutto nella prima parte dell’ anno grazie a Giove. Fanno però eccezione i nati della prima decade, per questo ho dato 7,5 al Leone e non un voto più alto».

Chi invece se la passerà male?

«Quest’ anno non c’ è un vero e proprio segno sfortunato: le angolazioni astrologiche danno una chance a ogni segno.
Prendiamo Cancro, Ariete e Bilancia: hanno Saturno contro, ma questo riguarda solo i nati nella seconda decade.
Il Cancro si rifarà però nei prossimi anni perché avrà dalla sua Urano, un pianeta fortissimo».

Mi tolga una curiosità: ha dichiarato che la politica non è in sintonia con i tempi dell’ universo. Dobbiamo preoccuparci?

«No, semplicemente l’ astrologia parla dell’ uomo, che è molto più grande del mestiere che svolge.
Quindi persone con ottimi transiti possono anche perdere le elezioni, a dimostrazione che stare alla larga dalla politica fa solo bene…Mi limito ai segni: il Cancro ha bisogno della mammina, di involucri caldi e protettivi, mentre Pesci è più fanatico, idealista, esaltato.
Però, pur essendo così diversi, sono entrambi due segni d’ acqua quindi si coccolano tra di loro.
C’ è intesa e così in fondo è stato: hanno creato un ponte, poi vedremo se è solido oppure se è un ponte di corda sopra gli abissi del Borneo.
Però di più, sulla politica, non vorrei dire».

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