Il sacro IAO

Questo blog sta prendendo la sua forma definitiva e devo dire che sono soddisfatto del risultato (mi manca ancora qualche ritocco tecnico) e sono anche confortato dal numero sempre più crescente di visitatori.
Il mio impegno per il 2019 sarà quello di offrirvi un blog più personale e vicino a Voi e alle vostre richieste (grazie a tutti quelli che mi scrivono) proponendovi articoli, appunti pensieri e sensazioni che lo renderanno, spero, sempre più interessante e ricco.
Ho già detto che questo non è un sito che mira ad ‘acchiappare’ click (lo lascio ad altri), ma ad offrire al visitatore una lettura piacevole e il meno possibile banale.
È il caso di questo articolo che vi propongo per iniziare l’anno in compagnia di HaimiRem.it .
Prendetevi il giusto tempo (è abbastanza corposo) vi assicuro che ne vale la pena.
Non mi resta altro che augurarvi una buona lettura.
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Non si hanno informazioni certe sulle origini di IAO salvo per il fatto che sicuramente sono molto antiche.
Alcuni studiosi quali Fürst, vogliono farlo risalire alle antiche civiltà dei fenici, dei semiti ed altre civiltà che sembra venerassero un dio totem (idolo) di nome IAO, considerato il Dio Supremo.
Tale divinità divenne il Dio di Mosè, Jehovah indicato con il noto tetragramma ebraico YHVH (יהרה).

Il misterioso dio di Mosè lo ritroviamo negli antichi testi magici egizi riproposto con il nome di Yohel, Yaho e Yao:

 “[…] Ah, io sono Murai, Muribi, Babel, Baaoth, Bamui, il grande Agatodemone, Murathao, che
assume la forma di anima (ba) che riposa su nel cielo dei cieli, Tatot Tatot, Buel Buel, Muihtahi
Muihtahi, Lahi Lahi, Bolboel, Aa, Tat Tat, Buel Buel, Yohel Yohel, il primo servitore del grande
dio, che dà una grandissima luce, il compagno della fiamma, sulla cui bocca è il fuoco inestinguibile, il grande dio che siede dentro la fiamma del lago del cielo, nella cui mano sono la
grandezza e la potenza del dio!
Manifestati a me, qui, oggi, esattamente come ti manifestasti a Mosè sulla Montagna, davanti al quale creasti la tenebra e la luce.
[…] O Nut, madre dell’acqua, o Ipi, madre del fuoco, vieni da me Nut, madre dell’acqua, vieni Ipi,
madre del fuoco, vieni a me Yaho!
[…] Yao, Tabao, Sokhamamu, Akhakhanbau, Sanauani, Ethie, Komto, Kethos, Basaethori, Thmla,
Akhkhu, rispondetemi su ogni cosa sulla quale vi interrogo qui oggi.” 

La sua comparsa definitiva nella forma di Iao come la conosciamo oggi è dovuta agli gnostici cristiani primitivi da cui si è trasmesso fino ai giorni nostri.
Per gli gnostici cristiani Iao è Dio, che si sdoppia nel Grande Iao e nel Piccolo Iao.
Nei testi gnostici, le tre vocali sono spesso ripetute più volte, mutando l’ordine delle vocali e con prolungamenti a volte chiaramente evocatorii.

Due passi significativi sull’importanza ed il significato di IAO per i cristiani primitivi li troviamo nel testo del Pistis Sophia:

“[…] Con i discepoli indossanti abiti di lino e rivolgendosi ai quattro angoli del mondo, Gesù
gridò: ιαω ιαω ιαω [iao iao iao].
Questa è la spiegazione: jota, perché è scaturito il tutto; alfa, perché ritornerà di nuovo; omega, perché avrà luogo il compimento di tutti i compimenti.”

Il significato di α e ω è immediato se si considera che sono rispettivamente la prima e l’ultima
lettera dell’alfabeto greco.
Quindi con la α si ha l’inizio di ogni cosa, e quindi il principio di continua manifestazione e ritorno; con la ω abbiamo la fine di ogni cosa, il compimento.
Il significato della ι è meno intuitivo specie se si considera che l’attuale testo è la traduzione in italiano di una traduzione in inglese di una traduzione in copto del testo in greco!
È probabile che nel testo originale greco fosse presente una coniugazione del verbo ιηµι (íemi), ossia mandare, inviare, emettere, da cui la parola scaturire.

Quindi ιαω ingloba tutta la cosmogonia.

“[…] Questi sono i nomi che darò dall’infinito: scrivili con un segno affinché d’ora in avanti i figli
di Dio siano manifesti.
Il nome dell’immortale è: ααα [aaa], ωωω. [ooo]. Il nome della voce per la quale si mosse l’uomo
perfetto è: ιιι [iii].”

Quest’ultimo passo del Pistis Sophia viene commentato da Samael Aun Weor che ci dà una spiegazione esoterica delle tre sillabe sacre:

“[…] IAO è il nome sacro. IAO è il mantra della nona sfera.

IAO è il dharani della magia sessuale. La I ci ricorda ignis, fuoco. La A ci ricorda acqua, l’acqua. La O ci ricorda origo, il principio, lo spirito. I è ignis, INRI, lo zolfo.
A è acqua, il mercurio della filosofia segreta.
O è origo (origo è un termine desueto per indicare l’origine, l’inizio) il principio mediatore tra lo zolfo e il mercurio della filosofia segreta.
L’Uomo Perfetto si mette in movimento per mezzo della I, che è ignis, INRI, il fuoco.
La A, acqua, il mercurio che si estrae dal minerale grezzo, anima metallica dello sperma sacro, l’acqua che non bagna, è la fonte dell’immortalità.
La O, origo, il principio mediatore tra lo zolfo e il mercurio, unisce queste due sostanze prima di morire.
Lo zolfo e il mercurio, uniti mediante il sale, originano il carbonchio rosso, la pietra filosofale.”

Si tenga presente, inoltre, che il Cristo è l’Uomo Perfetto, il quale viene spesso simbolizzato con il
pesce, che in greco si scrive Ιχθυς (ichtùs), da cui un’altra spiegazione della jota.
In caratteri latini, tale termine fu anticamente trascritto come ICTYS, ed interpretato come Iesous Christos Theou Yios Soter, che tradotto è: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.
Le modalità generali sulla vocalizzazione dell’IAO le troviamo in un testo di Samael Aun Weor
dove afferma:
“[…] Si deve prolungare il suono delle tre poderose vocali, così: iiiiiii, aaaaaaa, ooooooo,
allungando il suono di ogni vocale. 
Si esala l’aria dopo averla inalata ed aver riempito i polmoni. Si inala contando fino a venti. Si trattiene contando fino a venti, poi si esala l’aria vocalizzando la lettera I. Nella esalazione si conta fino a venti. Si fa lo stesso per la lettera A. Quindi si prosegue con la lettera O. Questo per sette volte. Dopo si continua con i potenti mantra arcaici Kaulakau, Saulasau, Zeesar .
In seguito specifica come ogni singola sillaba del mantra IAO sia in relazione con una parte
dell’uomo da far vibrare e stimolare, affermando:
“[…] Tornando ora al mantra IAO, che come abbiamo già detto è il nome Dio tra gli gnostici,
aggiungeremo quanto segue: la vocale I fa vibrare la ghiandola pineale e l’embrione d’anima che
ogni essere umano incarna.

La vocale A porta ad un’alta vibrazione il veicolo fisico, e la formidabile O fa vibrare i testicoli trasmutando meravigliosamente il liquido seminale fino a convertirlo in energie cristiche che ascendono vittoriosamente fino al calice (il cervello).”

Ora abbiamo un quadro abbastanza completo che ci consente di comprendere la stretta relazione tra
il mantra IAO e la trasmutazione dell’energia creatrice.
Abbiamo infatti visto come tale vocalizzazione sia particolarmente indicata nell’ambito della alchimia sessuale di coppia, ma per estensione possiamo considerarla valida in generale, anche al di fuori della coppia.
La trasmutazione dell’energia sessuale al di fuori della coppia è altresì propedeutica e complementare a quanto poi si possa realizzare all’interno della coppia.
Quindi è una pratica fortemente consigliabile sia per i single sia per chi è in coppia, anche qualora già attuasse un lavoro alchemico a due vasi.
Vedremo ora come attuare un esercizio spirituale che attui una trasmutazione sessuale e congiuntamente stimoli un’ esperienza mistica attraverso la vocalizzazione e contemplazione delle
sacre sillabe IAO.
Si prepari con cura il luogo dedicato alla pratica.
Dovrà essere silenzioso, né troppo caldo né troppo freddo, e profumato con incensi o essenze.
Ci si sieda in un luogo comodo mantenendo la schiena ben eretta, in una postura composta ed
elegante ma che consenta di essere mantenuta per un tempo prolungato.
Si compia un esercizio di rilassamento del corpo, percorrendo ad una ad una le varie parti del corpo a partire dagli arti inferiori fino alla testa, cercando di rilasciare ogni tensione.
Si presti particolare attenzione alle spalle e alla schiena, le quali solitamente risultano più irrigidite.
Immaginare di massaggiare le zone irrigidite può essere di aiuto.
Giunti alla testa si faccia attenzione a rilassare i muscoli facciali ed in seguito si immagini di rilassare il cervello come se fosse un muscolo.
In questo modo ci si inoltri in un esercizio di acquietamento della mente.
Si osservino i pensieri e non li si trattenga, cercando il più possibile di calmare la mente.
Ottenuto un soddisfacente livello di calma si cominci la vocalizzazione precedendola con tre respiri a pieni polmoni.
Si inala l’aria molto lentamente.
Durante la inalazione si immagini l’energia sessuale che dalle gonadi ascenda lungo la colonna vertebrale fino alla cima della testa, dove risiede la ghiandola pineale.
Si trattenga il fiato per lo stesso periodo di tempo dell’inalazione cercando di mantenersi in uno stato di sospensione del pensiero.
Quindi si esali lentamente l’aria, sempre per lo stesso intervallo di tempo, vocalizzando prolungatamente la vocale i ed immaginando l’energia creatrice trasmutata che dalla pineale discenda fino al centro della fronte e quindi fino al cuore.
Si ripeta il ciclo per la vocale A e poi O.
Si vocalizzi il mantra per sette volte.
In seguito ci si riporti ad uno stadio di rilassamento e calma mentale.
In questo stato di quiete si mediti sull’IAO attendendo serenamente di avere qualche intuizione o comprensione in forma dialettica, emotiva o immaginativa.
Se lo si desidera, dopo un periodo di meditazione, si può ripetere il mantra sette volte e poi
riprendere la meditazione.
La coppia mantra-meditazione può essere compiuta quante volte si vuole, a piacere.
Si termina la pratica riprendendo lentamente il controllo del proprio corpo.

 

Articolo di Luigi Paioro pubblicato su Lexaurea n° 13.

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