Il Codice Rohonc

Il Codice Rohonc è un libro secolare ritrovato in Ungheria nel XVIII secolo, di cui, ad oggi, nonostante molti tentativi e studi disponibili solo a pagamento (alquanto superficiali e assolutamente non risolvibili, secondo il mio opinabile parere) è stato impossibile trovare ogni tipo di spiegazione o traduzione.
Anche il famoso studio dei due scienziati ungheresi (del quale, onestamente, non sono riuscito ad averne ancora copia ) Levente Zoltán Király e Gábor Toka pare non faccia luce in maniera chiara ed esaustiva a come decriptarne il codice.
Il tomo consiste di 448 pagine di testo, tutte scritte in un linguaggio ancora sconosciuto formato da lunghe sequenze di cifrari scritti a mano su fogli di carta di 10 × 12 cm.
Deriva il suo nome dal Castello di Rohonc (ora Rechnitz, Austria) la quale era una delle residenze nobiliari della famiglia Batthyány, che vi ha accumulato una collezione ineguagliabile di oltre 30.000 libri, molti dei quali, tra cui il codice in questione, sono finiti nella biblioteca dell’’Accademia delle Scienze ungherese nel 1838. I Batthyánys erano sempre stati noti per la loro bibliofilia, e la loro passione per il collezionismo li ha portati a acquisire libri dalle fonti più diverse. È quindi quasi impossibile con esattezza sapere da dove viene questo particolare codice e nemmeno l’origine della lingua nella quale è stato scritto.

Gli studiosi credano che potrebbe essere un miscuglio di Ungaro antico e Hindi, ma è comunque privo delle caratteristiche prominenti di questi linguaggi.
Forse ancora più affascinanti del testo sono le 87 illustrazioni che accompagnano il Codice di Rohonc; esse rappresentano di tutto da paesaggi a battaglie militari, fino a iconografie religiose tipiche delle più importanti religioni (Cristiana, Musulmana e Indiana); questo suggerisce che qualsiasi cultura o popolazione sia descritta in questo documento, essa credeva in tutte queste religioni simultaneamente.
Alcuni sostengono che il Codice sia un testo religioso, mentre altri che sia un racconto / leggenda dei Valacchi, una popolazione che viveva nell’attuale Romania.
L’autore è comunque sconosciuto.
Ma l’ipotesi più accreditata sulle origini del documento è che fosse un falso creato da Samuel Literati Nemes, un noto falsario della metà dell’ ‘800 tuttavia ancora oggi rimane il dubbio se il libro sia originale o sola una burla creata ad arte da un falsario.

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