Ade

Ade è uno dei miti più misteriosi ed interessanti.
Era il figlio più giovane dei tre figli maschi nati da Crono e Rea, al quale nella spartizione del potere era stato assegnato l’Ade, gli inferi.
A lui era stato assegnato il regno sotterraneo del buio e delle ombre. Egli è il fratello invisibile che deve allontanarsi dalla famiglia olimpica ma che proprio per questo acquisisce la capacità di percepirla a livelli più profondi.
Ade lasciava molto raramente il luogo che gli era stato assegnato se non per eseguire gli ordini di Zeus o per soddisfare le sue necessità sessuali.
Probabilmente avrebbe preferito ricevere come segno di potere il cielo e la terra affidati invece al fratello Zeus, oppure il dominio degli oceani come era capitato all’altro suo fratello Poseidone, o la folgore ed il tridente che rendevano ben visibili i segni di potenza.
Ha dovuto invece accontentarsi di ricevere la maschera di pelle di cane che era il simbolo degli inferi.
La maschera però gli donava l’invisibilità, attraverso la quale poteva esercitare il potere di spogliarsi della propria identità per assumerne diverse altre, così numerose che forse a conti fatti non ne aveva nessuna. Il vantaggio di indossare di volta in volta una maschera diversa gli forniva il vantaggio di rendersi invisibile e di trasgredire alle regole poiché era consapevole che sarebbe rimasto impunito.
Ade conosce due grandi limiti: quello del tempo imposto dal padre Crono e quello dello spazio espresso simbolicamente dalla madre terra Rea.
Essendo però figlio di questi limiti osa trascenderli soprattutto per quanto riguarda luogo in cui era stato relegato.
A differenza dei fratelli che esercitavano pieno potere sulla materia visibile per Ade vi era solamente il regno dei morti che era invisibile ed inaccessibile ai vivi, egli pertanto dominava sulla materia oscura e nascosta.
A lui è stato assegnato il compito di prendersi cura di ciò che viene represso ed occultato sia da parte del singolo individuo che nell’ambito della famiglia.
Ade deve prendersi cura dei segreti, delle vergogne, delle pulsioni oscure, delle emozioni negative, dei rimpianti e delle fratture dei legami, diventando in tal modo il custode di tutti quegli aspetti che non vengono mai rivelati e nominati ma che compongono l’insieme delle costellazioni ereditarie famigliari e dei modelli di comportamento che saranno assunti prima o poi dalle generazioni future. Mentre ai fratelli Giove e Poseidone venivano dedicati templi di culto, statue e città, a lui non veniva riservato nulla di tutto questo poiché la paura che gli umani nutrivano nei suoi confronti era tale che a malapena pronunciavano il suo nome.
Il suo regno diventerà completo soltanto quando egli avrà conquistato la sua Regina Persefone, la dea della rigenerazione mentre lui continuerà a rappresentare l’inevitabilità della morte.
Ade non era di carattere tenero, non ammetteva di essere offeso ed oltraggiato.
Seppure amato dai genitori era un dio vendicativo, il suo cuore era duro nonostante il fatto che la madre Rea quando si accorse che era innamorato prepara a Persefone la trappola di un bellissimo narciso che spicca tra giacinti, violette ed iris.
Era amato anche dai fratelli come dimostra il fatto che Zeus gli presta aiuto quando egli viene a trovarsi in disaccordo con Demetra che era sua sorella e sua segreta sposa.
Essendo l’ultimo figlio nato egli prova un morboso attaccamento per la madre Rea.
Il suo regno fatto di materia oscura come lo è la materia dell’inconscio, è collocato nelle profonde viscere della terra, a differenza di altri dei che governano la terra ovvero ciò che è materia chiara e visibile, come è chiaro ciò che diventa conscio.
Ade ama disperatamente la terra perché non poteva averla e, per colmare questo stato di privazione, periodicamente usciva in superficie per vendicarsi e portare sconvolgimento nell’ordine cosmico costituito.
Ade fa parte anch’egli della creazione.
Il suo compito è quello di destrutturare la materia e poiché non può farla sparire deve necessariamente farla riapparire sotto altra forma trasformandola ad esempio in ombre.
Tuttavia questa trasformazione richiede l’aiuto di un essere vivente, di una regina in modo da poter intrecciare la vita con la morte per dimostrare che la morte non è la fine ma un passaggio ad una diversa dimensione dotata anch’essa di una sua realtà.
Persefone, rapita da Ade e fatta sua sposa, vivrà questa esperienza di alternanza di vita e di morte, di discesa e risalita dagli inferi sulla terra, subendo ogni volta inevitabili trasformazioni nelle forme fisiche e nella coscienza.
Il rapimento di Persefone è un atto tragico e traumatico: la fanciulla viene trascinata via dalla terra dai cavalli neri di Ade, la luce scompare, viene sospinta nel vuoto e nella morte, i suoi occhi non vedono più la vita e in quell’attimo diventa consapevole che la morte è ineluttabile ed il confine tra le due realtà è molto sottile, non vi è scampo ed infine accetta quella nuova condizione che una volta esperita poteva anche essere considerata un traguardo ed uno stato di necessità da raggiungere.
Persefone è stata rapita da Ade, il Guardiano della Soglia, il dio la cui essenza è la morte e la resurrezione e con il quale deve condividere sei mesi all’anno, metà del suo tempo.
Ade è la sentinella delle tenebre e si può dire che rappresenta degnamente l’inconscio collettivo ovvero quello strato più profondo della psiche che come dice C.G.Jung:

“…… non è di natura individuale, ma universale e cioè, al contrario della psiche personale, ha contenuti e comportamenti che (cum grano salis) sono gli stessi dappertutto e per tutti gli individui” (da “Gli archetipi e l’inconscio collettivo”).

L’inconscio collettivo è innato in ciascun individuo e agisce senza posa.
In soggetti fragili la sua influenza può portare a situazioni psichiche pericolose qualora dovesse prevalere la sua forza distruttrice.
Nel contempo può essere un valido alleato per chi intraprende un profondo lavoro interiore.
Se si affrontano le zone oscure e le si fanno morire, è possibile avviare un processo di trasformazione, rinascita e identificazione, realizzando una conoscenza più profonda di sé.
Con grande sforzo ed impegno si possono intravvedere i contorni della ricostruzione della propria identità, della rettificazione e del risanamento.
Ma è anche il modo di scoprire i propri segreti poteri.
Ade richiama lo Scorpione e l’Aquila, il basso e l’alto, che coesistono in ogni essere il quale può anche scivolare nello sdoppiamento come accade nel racconto del dottor Jekyll e mister Hyde.
La rimozione degli aspetti mostruosi della propria psiche, e i mostri possono essere anche i desideri,
può provocare un irrimediabile conflitto tra il bene ed il male che può condurre all’autodistruzione.
Può invece succedere che il chiaro e lo scuro si integrano e fanno emergere le grandi potenzialità e i propri tesori.
L’emersione delle parti inconsce permette un ampliamento della coscienza ed una maggiore comprensione del senso della propria esistenza. Ade indossa la maschera di pelle che gli consente di captare meglio le forze più segrete della Natura.
Attraverso la maschera perde la propria identità per assumere quella del Dio che rappresenta.
Il glifo con il quale viene raffigurato Ade è costituito da una croce il cui asse verticale si dirama in alto con due archi e in basso con un cerchio.
Se si capovolge questo glifo si ottiene la figura un omino stilizzato il che fa intendere che Ade nutre molto interesse per gli esseri umani.
Ade esprime il rapporto con il potere ed il controllo, l’ambizione, il desiderio sessuale, la capacità di trasformarsi interiormente abbandonando vecchie abitudini, vecchi modelli, rappresenta le pulsioni più profonde ed oscure legate alle proprie paure.

Fonte:Ecce Quam Bonum’ n° 5

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