Incantesimo per rompere una maledizione.

Questa semplice e tradizionale pratica stregonesca utilizza le proprietà del biancospino per liberarsi di malefici, fatture e malocchi.
Non solo, questa pratica rappresenta un potente incantesimo di ‘ritorno’ che rispedisce al mittente (anche se non lo conoscete) le energie negative che vi sono state mandate.
Questo rituale lo potete fare anche conto terzi.
Il biancospino porta con se un enorme tradizione esoterica.
Il biancospino è generalmente visto come un albero che porta fortuna al proprietario e prosperità nella terra in cui si trova anche se nel medioevo si credeva il contrario; infatti biancospino era considerato un albero destinato a portare sfortuna al proprietario, poiché questo è l’albero spinoso che alcuni credono sia stato trasformato nella corona di spine usata durante la crocifissione di Cristo. Si dice che quando Carlo Magno si inginocchiò davanti alla corona di spine, sbocciarono in sua presenza. La Chiesa cattolica romana ci dice che i fiori avevano un forte aroma, quello del biancospino. Ne consegue che portare una parte dell’albero in una casa, in particolare i fiori, farà morire qualcuno in famiglia
Una contraddizione a questa convinzione è che posizionare un ramo di biancospino sopra la porta avvertirà le forze negative di non entrare. Alcuni credono che il biancospino sia una pianta santa, motivo per cui nessuna energia negativa troverà pace da essa.
I fiori di biancospino erano molto apprezzati e un tempo venivano esportati in tutto il mondo. La fioritura dell’albero di biancospino è spesso considerata come un segno che l’inverno è finito e la primavera è in corso. Quindi, l’albero è stato visto come un indicatore di cambiamenti nelle stagioni, o un presagio meteorologico.
Per la tradizione celtica l’albero di biancospino è il luogo dove si incontrano le fate.
Le foglie, quando sono molto giovani, possono essere incluse nelle insalate e sono molto gustose; possono essere usare per preparare un tè ed i fiori vengono utilizzati per produrre un liquore dal sapore straordinario. Gelatina o vino possono essere fatti dalle bacche e i semi possono essere macinati in farina per fare un sostituto del pane.
Per realizzare questa pratica recuperatevi, dunque, i seguenti ingredienti:

  • Un’ arancia meglio se di tipo ‘navel’ le quali hanno una buccia spessa.
  • Nove spine da un albero di biancospino.
  • Una candela bianca.
  • Un ripiano che vi possa fare da Altare / supporto.

Questa pratica dovrebbe essere innestata in un rituale più ampio di protezione sopratutto se volete realizzarla conto terzi, ma se volete potete farla tranquillamente fine a se stessa.
Accendete la candela bianca e posizionatela al centro del vostro altare. Non ho messo ne lunazioni ne termini orari in quanto queste pratiche solitamente hanno una certa ‘urgenza d’intervento’..comunque le maggiori energie vengono sviluppate durante luna crescente (meglio se vicina al plenilunio) e sfruttando le energie della mattina presto.
Mettetevi comodi meditando e pensate intensamente alle energie negative che vi sono state gettate addosso; recitate una preghiera / invocazione alla vostra forza spirituale di riferimento (può essere l’angelo custode, ad esempio).
Se lo fate conto terzi il vostro pensiero e la vostra invocazione saranno dedicati alla persona a cui dovete togliere le negatività.
Prendete l’arancia e posizionatela davanti alla candela e rivolti ad essa recitate questa formula (o simile) a voce alta:

“Non mi attaccherai, non mi danneggerai.
Ti rispedisco ciò che mi hai inviato.
Il tuo lavoro non ha alcun potere su di me o sul mio, te lo restituisco, nove volte nove ”.

Ovviamente se fate questo rituale per una persona diversa da voi stessi la formula suonerà così:

“ Non lo attaccherai, non lo danneggerai.
Ti rispedisco ciò che gli hai inviato.
Il tuo lavoro non ha alcun potere su lui o sul suo, te lo restituisco, nove volte nove”.

Ora usate le spine e conficcatele con forza nella buccia…il movimento deve essere lento ma nel contempo deciso, metteteci tutta la vostra energia mentre fate questo. (In alcune tradizioni si usa una spina per 8 volte bucherellando l’arancia e conficcandola solo la nona nella buccia realizzando così la frase ‘nove volte nove’; sentitevi liberi di fare come vi è più comodo).
Quando avete finito di conficcare le spine nella buccia, chiudete il rito ringraziando la vostra forza spirituale per l’aiuto concessovi e spegnete la candela.
Ora prendete l’arancia e portatela da qualche parte lontano da casa vostra (questo gesto risolutivo è molto importante) per seppellirla.
La candela può essere riutilizzata o rigenerata.

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