Ley lines

In inglese si chiamano Ley lines, in tedesco Heilige Linien, ma in Irlanda sono conosciute anche come Sentieri delle Fate, in Cina come Linee del Drago, per i peruviani sono le Linee degli Spiriti e i Sentieri del Canto per gli aborigeni australiani. Insomma, in ogni cultura esiste il concetto di queste linee sacre che attraversano il mondo, mettendo in comunicazione tra loro i luoghi che manifestano una particolare energia.
La definizione di ley-line fu data per la prima volta da Alfred Watkins nel 1929, anche se era ancora sommaria e aveva piuttosto a che fare con sentieri antichi o percorsi diritti.
Livio Stecchini riteneva che gli antichi luoghi di culto oracolari fossero disposti nel mondo a distanza di un grado di latitudine, creando una sorta di sacro ottagono dove i maggiori santuari erano votati ai pianeti e rappresentati da diversi alberi simbolici. Secondo lui tale segreta geometria sarebbe stata alla base dei misteri di Eleusi.
La teoria di Stecchini venne ripresa da R. Temples, secondo il quale la disposizione degli oracoli tramanderebbe una conoscenza contenuta nei miti e nelle leggende. Ad esempio, sostiene che Behdet, la capitale predinastica dell’antico Egitto, venne sostituita dalla città di Canopo per un motivo ben preciso. Canopo infatti è anche il nome della stella che rappresenta il timone della nave Argo, nell’omonima costellazione. Secondo lui vi era un collegamento tra la storia biblica dell’Arca e la nave Argo su cui viaggiarono Giasone e gli Argonauti.
Paul Devereux e Nigel Pennick studiarono le tradizioni dei pellegrinaggi sacri, scoprendo questi percorsi che, secondo le credenze popolari, sarebbero stati pervasi di grande energia. Iniziarono dunque un progetto per misurare le energie in determinati luoghi, scoprendo che la pietra principale delle Rollright Stones pulsava in modo anomalo, mentre la forza del magnetismo terrestre era inferiore all’interno del cerchio di pietre e maggiore all’esterno. Scoprirono anche che determinate pietre erano altamente magnetiche e quindi si dedicarono allo studio degli effetti del magnetismo sul cervello umano, scoprendo anche che numerose specie animali sono in grado di percepire chiaramente i campi magnetici, ad esempio gli uccelli migratori, che li utilizzano per trovare la strada.
La corrente definizione data dalla Wikipedia inglese è la seguente:

Le Ley lines sono ipotetici allineamenti di luoghi geografici d’interesse, come antichi monumenti e megaliti.
La loro esistenza fu suggerita nel 1921 dall’archeologo Alfred Watkins.

Anche se non abbiamo molte prove riguardo lo svolgersi di riti religiosi nel moderno senso del termine attorno alle strutture megalitiche, sappiamo che in molte di esse si compivano rituali di stampo funerario. Sono state trovate cripte, oggetti interrati assieme al defunto, e la maggior parte di questi luoghi erano orientati verso est, dove sorge il sole.
Le linee che passavano attraverso questi luoghi sarebbero servite per la trasmigrazione degli spiriti dal nostro mondo all’altro, ed era necessario fare molta attenzione per non disturbare il loro passaggio. Vi è tuttora una tradizione inglese che prevede di dire una preghiera ogni qualvolta ci si fermi ad un incrocio, o una che vieti che un cadavere sia trasportato per due volte sullo stesso ponte, o ancora quella di posare un sasso su una pila lasciata lì dai passanti precedenti.
Sono tutti gesti scaramantici che hanno lo scopo di non turbare l’energia che scorre e di lasciare che i defunti possano attraversare liberamente il percorso che li condurrà alla loro eterna dimora.
Nella tradizione irlandese ci sono molte storie che riguardano abitazioni costruite per errore nei luoghi dove passavano i Sentieri delle Fate. Al loro interno succedevano fatti molto strani e chi ci viveva passava solitamente molti guai.
La dottrina cinese del Feng-Shui parla di un reticolo energetico che pervade il mondo e che può essere benefico o meno per le persone che si trovano lungo i punti pervasi da una potente energia. Feng-Shui significa “vento e acqua“, ma anche “ciò che non si può vedere e che non si può afferrare“, proprio come i due elementi citati.
Coloro che praticano quest’arte vanno alla ricerca dei lung-mei, ovvero le Correnti del Drago, perché ogni edificio, pietra eretta o albero piantato deve essere conforme al loro passaggio.
Trovarsi in una posizione favorevole a queste correnti porta benessere e salute, mentre può essere nocivo essere in una posizione d’interferenza. Sono il corso del Sole, della Luna e dei pianeti a dar forma a tale percorso. Nonostante questa dottrina sia antichissima, oggi sappiamo che la Terra è circondata da un campo magnetico che varia proprio in base alla posizione del Sole, della Luna e dei corpi celesti più vicini.
Secondo Noobergen questo magnetismo ha effetto anche sulla crescita dei vegetali e gli antichi se ne sarebbero stati a conoscenza.
Esperimenti di orticultura hanno mostrato che una pianta situata in un campo magnetico cresce fino a sei volte più velocemente rispetto al normale.
Il fatto che abbiamo impiegato così tanto a capire che l’astronomia fosse implicata nella cultura megalitica è sorprendente quasi quanto il nostro averlo dimenticato per secoli. Ormai è stato accertato che molte delle costruzioni megalitiche furono erette per identificare correttamente il movimento dei corpi celesti.
La più famosa linea sacra è senza dubbio quella di San Michele, che comprende Mont St. Michel (sito orientato a 26° a est, come anche Notre Dame). Da qui passa una linea che va a toccare Mont Dol a sud est, dove si dice che San Michele combatté contro Lucifero. Ma Mont St. Michel fa parte di una linea più lunga che inizia a Gerusalemme e che arriverebbe fino in Irlanda, toccando vari punti collegati alle vicende dell’arcangelo fiammeggiante o ad altre figure mitologiche molto simili.
Partendo dal Monte Carmelo in Israele, dove Elia, il profeta che salì al cielo in un carro infuocato, sconfisse il dio pagano Baal, la linea continua fino a Delo (isola dove nacque il dio solare Apollo), per poi toccare Delfi (dove sorgeva il grande santuario di Apollo), Corfù (isola cara ad Artemide, sorella di Apollo), per poi spostarsi in Italia, dove raggiunge il Monte Gargano (famoso santuario dell’arcangelo Michele, che sconfisse Lucifero brandendo una spada di fuoco), la Sacra di San Michele in Piemonte, il Monte St. Michel in Normandia, il monte di Saint Mickael in Cornovaglia e infine Skellig Michael in Irlanda. Tutti questi luoghi si rifanno alla medesima tradizione e giacciono tutti sui punti di una stessa linea, orientata secondo l’asse sud est-nord est.
La linea di San Michele è connessa ad altri complessi megalitici, come ad esempio Stonehenge, per via geometrica. Nonostante Stonehenge non faccia parte della linea, è collegato in linea retta sia con Glastonbury che con Avebury e forma il punto d’incrocio con numerose altre linee sacre. La prima venne identificata da Sir Norman Lockyer e successivamente estesa di 22 miglia da K. Koop. Questa linea segue il percorso del sole all’alba del giorno di mezza estate.
Stonehenge, Glastonbury e Avebury formano un perfetto triangolo rettangolo e da questo punto di partenza gli studiosi hanno iniziato a scoprire cose molto interessanti circa la geografia sacra delle terre inglesi.
La linea di San Michele è inoltre orientata secondo il corso del sole proprio nel giorno dedicato a San Michele, e se gli antichi decisero di allineare consapevolmente i loro templi dedicati alla luce in questo modo, c’è da chiedersi in che modo riuscirono in un’impresa così grandiosa, vista la mancanza di strumentazioni moderne.
Come abbiamo visto, alcuni luoghi d’interesse sono collegati gli uni con gli altri formando ipotetiche figure geometriche. Si può obbiettare che, se molti di questi siti sono collegati astronomicamente, la loro geometria non sia altro che un aspetto secondario di questo allineamento, ma questo non spiegherebbe come tutti quanti siano connessi assieme creando un disegno che certamente richiede profonde conoscenze di matematica e trigonometria.
L’astronomo Sir Norman Lockyer fu il primo a riconoscere in modo accademico gli allineamenti geometrici nel panorama inglese. Notò che Stonehenge, il castello di Grovely e Old Sarum (dove un tempo sorgeva la prima cattedrale di Salisbury) formavano un triangolo equilatero con 6 miglia di lato, con il lato Stonehenge-Old Sarum che si estende per altre 6 miglia, raggiungendo l’odierna cattedrale di Salisbury.
Questa scoperta potrebbe dimostrare che coloro che eressero i complessi megalitici conoscevano l’astronomia e la geometria e che la utilizzavano per la costruzione dei loro luoghi sacri. La tradizione di erigere megaliti nelle isole britanniche inizia intorno al 3000 a.C. e si basava su una filosofia che considerava sacro l’ordine del mondo, come secoli dopo verrà tramandato anche dalla scuola Pitagorica. Ci stupisce il fatto che centinaia di anni prima dei grandi matematici greci, gli abitanti di queste isole sapessero utilizzare la geometria anche nei suoi aspetti più complessi, come nell’uso di ellissi basati su triangoli pitagorici.
Gli aborigeni australiani ritengono che, in un tempo lontano, che chiamano “l’era del sogno”, gli dèi attraversarono la loro terra e le diedero nuova forma, creando dei sentieri che chiamano turingas. Credono che in certi momenti dell’anno questi passaggi ricevano energia che rende fertile il terreno e dicono che grazie a queste linee sia possibile anche ricevere messaggi da grandi distanze.
Anche gli Inca avevano Linee degli Spiriti chiamate ceques che dipartivano dal tempio del sole a Cuzco, la loro capitale. Il gesuita padre Bernabe Cobo le descrive come sentieri sacri, e la parola ceque significa proprio linea. Lungo il loro percorso erano posizionati i wak’as: rocce, sorgenti o altri luoghi venerati dagli Inca. Qui venivano compiuti ogni anno dei sacrifici umani e perciò, nel XVII secolo, i missionari ordinarono la distruzione di tali siti e, proprio come accadde anche in Europa con la venuta del cristianesimo, sugli antichi luoghi di culto pagano sorsero delle chiese.
Anche i Maya avevano le loro linee sacre, chiamate sache, 16 delle quali hanno origine a Coba, in Messico. Una di esse è un’ampia strada larga 32 piedi ed elevata di 2-8 piedi dal terreno, costituita da blocchi di pietra. Svanisce oltre l’orizzonte, dritta come una freccia. Si estende per 50 miglia partendo da Coba e dirigendosi a Chichen Itza, finendo in un grande tumulo situato 2 km a nord di Nohku, dove vi è un antico tempio in rovina.
Persino in Bolivia troviamo queste linee, chiamate anasazi, che dipartono solitamente da Pueblo Alto.
Tornando in Europa, in Germania esiste un intero reticolo di Heilige Linien e l’area della Foresta di Teutoburgo ne è è costellata. Questi luoghi vengono ritenuti il cuore della Germania antica e connettono le Externsteine e il cerchio di pietre di Bad Meinberg.
Gli storici, che generalmente evitano la metafisica e si concentrano sui fatti, affermano che molti di questi siti significativi sono stati collocati dove sono a causa di motivi puramente pratici. L’accesso ai materiali da costruzione e alle funzioni di trasporto, come terreno pianeggiante e acqua in movimento, erano probabilmente un motivo più probabile per la loro posizione ed in un lontano futuro, guardando le connessioni geometriche tra i resti delle cabine telefoniche o dei pub, si potrebbe trovare lo stesso numero di figure o di allineamenti.
Che questi allineamenti siano frutto di un’attenta pianificazione o siano invece dettate dal caso, restano decisamente sorprendenti e in qualche modo misteriosamente affascinanti.

Fonte principale: https://arda2300.wordpress.com/

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