Il Sorbo

La mitologia greca racconta come Ebe, la dea della giovinezza, dispensasse agli dei l’ambrosia ringiovanente dal suo calice magico.
Quando, per negligenza, perse questa coppa a causa dei demoni, gli dei inviarono un’aquila per recuperare la coppa.
Ne seguì una lotta e l’aquila versò piume e gocce di sangue; cadendo a terra ogni goccia di sangue e ogni piuma si trasformarono in un sorbo.
Quindi il sorbo derivava la forma delle sue foglie dalle piume dell’aquila e l’aspetto delle sue bacche dalle goccioline di sangue.
l sorbo è anche l’albero sacro al dio norreno Thor ed è governato dal Sole e associato all’elemento del fuoco.
La leggenda narra che un albero di sorbo salvò la vita del dio Thor piegandosi sul fiume che scorreva veloce negli Inferi in cui esso rischiava di affogare; Thor riuscì ad afferrare uno dei rami offerti dalla pianta e tornare, così, a riva.
La pianta ha origini europee ed è tipica delle regioni con clima relativamente freddo.
Fiorisce a maggio/giugno con appariscenti fiori bianchi, i frutti sono delle bacche sferiche di color rosso arancio che maturano in autunno.
È un albero comune nelle zone collinari e rocciose e cresce bene sia in terreni acidi che alcalini. Non sopporta i terreni con acqua stagnante.
I suoi semi vengono regolarmente distribuiti dagli uccelli che se ne cibano durante l’autunno. La pianta non ha dimensioni enormi, in genere non supera i 15 metri di altezza.
Il suo legno e le sue bacche rappresentano da sempre ingredienti molto importanti nella pratica della magia esoterica; rituali di protezione, successo, guarigione trovano nel sorbo energie ‘amplificartici’ fondamentali e si crede che l’albero vivente stesso sia una benedizione anche perché, se divise a metà, le bacche di sorbo rivelano il disegno ‘di un pentagramma al loro interno.
È considerata una pianta del regno delle fate, protettrice di defunti.
La sua connotazione tipicamente autunnale lo rende particolarmente adatto ad essere uno dei ‘protagonisti’ del capodanno pagano; il Samhain.
L’albero del sorbo offre uno dei legni più duri che esistono in natura. Compatto e omogeneo nella fibra, ma anche flessibile, è assai apprezzato da scultori e intagliatori.
È un albero lentissimo a crescere e molto longevo, e forse per questo che il sorbo ”degli uccellatori” era considerato dai druidi, sacerdoti degli antichi celti, la pianta del buon augurio.
La sorba è ormai un frutto raro, l’albero cresce spontaneo nelle campagne e nei boschi.
È un albero molto bello, col suo tronco dritto e la larga chioma, arricchisce ogni giardino che lo accoglie. I sorbi appartengono alle rosacee e formano una grande famiglia di varietà e ibridi naturali che si incrociano liberamente tra loro. In autunno i sorbi si ornano di piccole bacche vermiglie, più vistose nel sorbo “Degli uccellatori”, (Sorbus aucuparia), detto così perché i cacciatori, un tempo, si appostavano tra le fronde per catturare gli uccelli attirati dai frutti.
Le bacche sono invece più modeste nel colore ma più grandi nel sorbo domestico (Sorbus domestica), che si riconosce dalle foglie ovali. Quando sono sul ramo le sorbe, riunite a grappoli, hanno una forma aggraziata, come delle piccole pere ma più arrotondate, e un colore giallo rosato, sfumato di Verde e di rosso. Non si tratta di veri e propri frutti ma di acheni racchiusi in un falso frutto formato dal ricettacolo accresciuto del seme.
Anche se i merli ne sono ghiottissimi, al palato le sorbe appena colte sono farinose e un po’ aspre. Non si possono mangiare immediatamente, bisogna raccoglierle acerbe, tra settembre e novembre, senza togliere il picciolo e metterle in un luogo asciutto tra la paglia, (come tradizione vuole) finché si scuriscono e maturano. Un altro modo di conservarle, era quello di infilarle su un filo e metterle al sole a seccare.
Quando la polpa inizia ad ammorbidirsi, diventa dolce. Il sapore allora ricorda il vino cotto, ed è molto gradevole anche se mantiene un certo al retrogusto acidulo. Una volta si utilizzavano per preparare confetture, salse, conserve, bevande.
In Francia e in altri paesi nordici con i frutti del sorbo si fanno sidro e distillati. Nella farmacopea tradizionale venivano apprezzati come cicatrizzanti, antisettici e soprattutto per le proprietà diuretiche e astringenti, data la notevole quantità di tannini, acidi organici e vitamina C.
Le caratteristiche organolettiche delle bacche del sorbo sono notevolmente interessanti e ve le riassumo brevemente nei punti che seguono.

  • Le bacche contengono l’81 % di acqua, il 10 % di zuccheri, l’ 1,4 % di proteine, il 5,4 % di fibra alimentare (pectina), lo 0,2 % di grassi e lo 0,8 % di ceneri.
  • Altri composti presenti nelle bacche sono: tannini, sorbitolo, flavonoidi, antiossidanti, acido sorbico, acido tartarico, acido citrico, acido malico ed oli essenziali.
  • Minerali: calcio, sodio, potassio e magnesio.
  • Vitamine: contengono tracce di vitamina A, vitamine B1, B2, B3 e vitamina C.

La corteccia dell’albero, inoltre, ha proprietà astringenti e viene ampiamente usata per trattare la diarrea. Per contrastare la diarrea si può usare anche un infuso ottenuto dalle bacche.
L’ infuso va bene anche per fare gargarismi contro il mal di gola.
L’alto contenuto di composti con proprietà antiossidanti fanno di questo alimento un buon metodo preventivo per alcune patologie come ad esempio i tumori.
Gli antiossidanti contrastano l’attività dei radicali liberi, sottoprodotti del metabolismo umano, pericolosi per la salute.
L’alto contenuto di vitamina C stimola la produzione di globuli bianchi e rafforza il sistema immunitario.
Come conseguenza, l’organismo diventa più reattivo nei confronti degli attacchi degli agenti patogeni.
L’acido sorbico contrasta l’attività dei microbi e dei batteri, proteggendo l’organismo da possibili infezioni.
La presenza di fibra alimentare aumenta la motilità intestinale, facilita la digestione e previene la stitichezza.
Nella medicina tradizionale il suo succo è stato usato per curare l’infiammazione alle vie respiratorie ed il mal di gola. Queste proprietà sono da ricondursi ai composti antiossidanti che agiscono come agenti antinfiammatori.
Le uniche attenzioni che bisogna porre e nell’utilizzo dei semi; essi contengono una sostanza chiamata glicoside cianogenico che a contatto con l’acqua produce acido cianidrico, un composto altamente tossico.
Se assunti a piccole dosi possono apportare benefici alla respirazione, ma ad alte dosi possono procurare insufficienza respiratoria ed anche gravi complicazioni.
Per questo motivo si raccomanda di eliminare i semi prima di utilizzare i frutti sia a scopo terapeutico che alimentare.
Con i fiori e le foglie di sorbo si può preparare un ottimo tè.
Le bacche possono essere essiccate, tritate ed utilizzate come farina,mescolandole ad altre farine basate sui cereali.
In alcune regioni con le bacche di sorbo degli uccellatori si preparano marmellate e gelatine.
In alcuni Paesi, invece, con i semi tostati si prepara il caffè. I semi perdono la loro tossicità con il calore.
I frutti del sorbo vengono anche utilizzati per la preparazione di liquori e bevande alcoliche. Possono essere usate anche per aromatizzare piatti di selvaggina.
Concludo questo articolo dandovi alcune indicazioni su alcuni utilizzi del sorbo nella pratica della magia esoterica.

  • Portare con se il legno di sorbo si dice che possa aumentare le doti psichiche (intuito, preveggenza).
  • Con il legno si possono creare amuleti protettivi (ad esempio una croce) molto efficaci contro le energie negative e gli spiriti indesiderati.
  • Piantate un albero di sorbo nei pressi della vostra abitazione, proteggerà voi, la vostra casa e i vostri cari
  • Le bacche, infilate su un cordoncino rosso, possono essere trasformate in una ghirlanda da appendere su una porta (quella di ingresso ad esempio) per tenere lontani gli spiriti maligni.
  • Un ottimo incenso può essere ricavato dalle foglie, dalle bacche essiccate schiacciate e dalla corteccia; trova il suo utilizzo nel ‘lavoro’ con le forze spirituali come protezione da interferenze e forze non desiderate.
  • Come pianta legata ai regni delle fate e degli gli elfi chiari, detti Liósálfar, aiuta anche chi ne porta con se il legno o le bacche a concentrarsi sulle energie associate agli esseri di questi regni, se sceglie di lavorare con queste forze elementali.

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