Incantesimo di consolazione.

Ci sono momenti nella nostra vita in cui soffriamo per le parole e le azioni degli altri, sopratutto se queste sono persone a noi vicine.
Il primo post di quest’anno vi propone la descrizione di un’efficace pratica di magia bianca (la quale, con qualche modifica, può essere fatta da chi percorre il percorso sinistro) che ha lo scopo di consolarvi, ma anche di portarvi, volendo, giustizia e vendetta per i torti ricevuti.
Questo incantesimo è la rivisitazione in chiave moderna di un antico rituale che fonda le sue origini nella stregoneria esercitata nel nord Europa; dobbiamo il recupero di questa pratica agli studi e alla dedizione delle coven Wiccan anglosassoni.
Il rituale è diviso in due, una parte è dedicata alla propria consolazione, per asciugare le lacrime dai dispiaceri subiti, mentre la seconda è la parte dedicata alla ‘vendetta’ e all’ottenimento della giustizia.
Come vi dicevo all’inizio questa parte può essere tenuta nell’ambito della magia bianca (vi limiterete a chiedere giustizia) oppure sconfinare nella magia nera cercando la risposta vendicativa.

Per la prima parte recuperatevi il seguente Materiale:

  • Una tazza da te o una piccola pentola.
  • Un contenitore ignifugo (un pentolino di rame, un posacenere abbastanza grande)
  • Una candela profumata (come, ad esempio, le famose ‘Bayberry’ che trovate facilmente a prezzi accessibili in molti negozi on-line)
  • Corteccia di salice (la trovate nelle erboristerie ben fornite)
  • Rosmarino
  • Maggiorana
  • Chiodi di garofano macinati
  • Un ripiano che possa farvi da supporto / altare.
  • Un coltello
  • Un accendino

Potete eseguire questa pratica senza preoccuparvi di lunazioni, periodi od ore particolari; fatela quando (e tutte le volte) che ritenete di averne bisogno.
Preparate il vostro spazio di lavoro e imbastite un semplice altare dove porre i vostri oggetti.
Prendete la tazza da te (o la piccola pentola…), questa rappresenterà idealmente il vostro vaso del dolore e posizionatela al centro del vostro altare.
Respirate profondamente e poi tirate fuori tutti i vostri dolori e frustrazioni e diteli a voce alta rivolti verso la tazza al centro del vostro altare. Non ponetevi limiti, prendetevi tutto il tempo necessario…permettetevi di essere tristi, arrabbiati e anche volgari.
Se versate qualche lacrima raccogliete anch’essa nella tazza.
Quando vi sentite più liberi mettete nella vostra tazza una manciata di corteccia di salice, un pizzico di rosmarino e uno di maggiorana.
Prendete il coltello e ‘scavate ‘alcuni trucioli di cera dalla vostra candela profumata.
Mescolate il tutto con cura e poi mettete il contenuto della vostra tazza nel contenitore ignifugo.
Ora avrete bisogno dell’elemento Aria.
Prendete il vostro contenitore ignifugo con il materiale che avete preparato e andate all’esterno (in giardino, nel balcone, in un bosco…dove volete e dove potete essere tranquilli).
Respirate profondamente e accendete il tutto.
Quando le fiamme raggiungono il loro apice gettate nel fuoco un pizzico di chiodi di garofano macinati.
Lasciate le erbe bruciare (mi raccomando fate il tutto con estrema attenzione) e poi gettatene le ceneri nel vento.
Potete decidere di fermarvi ora, se lo desiderate. L’incantesimo fin qui eseguito funzionerà per alleviare il dolore emotivo e per aiutarvi a recuperare la vostra chiarezza mentale.
Se desiderate fare un ulteriore passo e ottenere giustizia (o vendetta), quando gettate i chiodi di garofano nel fuoco recitate questa formula (o simile):

Il dolore che ho sofferto è opera tua
Questo incantesimo sarà la tua rovina
Con lacrime di sale e fiamme ardenti
Il danno che hai fatto ritorna a te

Una volta che le erbe sono completamente bruciate, prendete le ceneri e lanciatele nel vento per portare l’incantesimo al bersaglio designato.
È importante, dopo aver eseguito questo incantesimo, lavare e pulire accuratamente la tazza (o la pentola) che avete usato come ‘vaso del dolore’ prima di usarlo per la cucina o per altre pratiche; questa attenzione serve per essere sicuri che nessuna delle vostre pene rimanga impresso in esso.

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