La salvia

La salvia (Salvia officinalis) è un sempreverde appartenente alla famiglia delle Lamiaceae (o Labiate), diffuso in tutta l’area del Mediterraneo e nelle regioni dei Balcani ed è una delle erbe perenni più facili da coltivare.
Conosciuta anche come salvia culinaria, questa pianta semi-arbustiva presenta foglie ovate lanose, grigio-verdi, aromatiche che si estendono fino a 4 pollici di lunghezza.
Le foglie sono comunemente usate fresche o essiccate in cucina e aggiungono un sapore terroso e leggermente pepato. In estate compaiono spighe di fiori blu-viola.
La salvia può essere seminata in primavera o in autunno e ha un tasso di crescita moderato.
Coprite leggermente i semi con il terreno e per ottenere un buon sapore, da parte delle foglie, posizionate la pianta in modo che possa ‘godere’ del pieno sole per almeno sei ore.
La salvia ama un terreno sabbioso o argilloso con un buon drenaggio.
È preferibile un pH del terreno da leggermente acido a neutro.
La salvia ha un fabbisogno di umidità moderato, ed è dotata di una certa tolleranza alla siccità.
Bisogna avere l’accortezza di mantenere il terreno uniformemente umido ma mai inzuppato.
Le foglie non vanno bagnate durante l’innaffiatura, per evitare la formazione di muffe.
Occorrono circa 75 giorni dalla semina per poter raccogliere le foglie di salvia per uso alimentare.
Nel primo anno di vita della pianta, cercate di raccogliere una minima quantità, in modo che la pianta possa crescere rigogliosa.
Potete staccare le singole foglie a mano secondo le necessità o tagliare delicatamente i rametti dello stelo.
Le foglie fresche possono essere conservate in frigorifero in un sacchetto di plastica per due o tre giorni.
Per essiccare le foglie appendete la salvia completa dei rami a testa in giù in un luogo fresco, buio e ben ventilato.
Quando le foglie saranno pronte (devono essere ben asciutte) spellatele dal gambo per conservarle in un contenitore ermetico intere; sbriciolatele nel momento del bisogno.
La salvia è stata coltivata e utilizzata per usi culinari e medicinali per secoli.
Gli antichi bruciavano rametti essiccati di salvia nei templi e durante i rituali religiosi. I Greci e i Romani scrivevano che il fumo conferiva saggezza e acutezza mentale. Nel X secolo, i medici arabi affermavano che la salvia portava all’immortalità o, per lo meno, a una vita lunga e sana.
In Inghilterra, nel XVII secolo i servitori della famiglia reale spargevano una miscela di salvia e lavanda sui pavimenti di corte per aiutare a mascherare l’aroma della vita quotidiana.
Dal punto di vista medico, Dioscoride afferma che un decotto a base di foglie e rami di salvia aiuta la minzione e la ricrescita dei capelli. Aggiunge inoltre che può aiutare a prevenire la formazione di ulcere e piaghe. Nel libro di erbe essenziali Back to Eden, Jethro Kloss ci dice che la salvia è “uno dei migliori rimedi per i problemi di stomaco, dispepsia, gas nello stomaco e nell’intestino… espelle i vermi negli adulti e nei bambini. Arresta l’emorragia delle ferite, è molto utile per curare vecchie ulcere e piaghe… Anche nei disturbi del fegato e dei reni”. La consiglia anche per il trattamento dei disturbi sessuali: desiderio sessuale eccessivo o calo della libido. In altre parole, la salvia è praticamente l’erba di riferimento per una serie di disturbi.
Gli studi sperimentali sulle foglie di salvia, anche se non numerosi, non contraddicono gli usi tradizionali di questa pianta.
L’uso tradizionale e di lunga data in Europa, ha consentito di attribuire alla salvia l’indicazione per il sollievo di disturbi come bruciore di stomaco e gonfiore, per alleviare l’eccessiva sudorazione, per il trattamento sintomatico di infiammazioni nella bocca o nella gola e lievi infiammazioni della pelle.
Gli effetti antibatterici e antinfiammatori della Salvia officinalis e di alcuni dei suoi componenti sono stati confermati in molti studi, che supportano l’uso tradizionale in questo senso.
In particolare, l’olio essenziale di salvia è efficace contro diversi batteri, specie di funghi e contro le infiammazioni della bocca.
Le foglie e le sommità fiorite della salvia officinale contengono dal 4,5 al 6,3% circa di olio essenziale composto da tuione (dal 40 al 60%), canfora (dal 5 al 22%), cineolo (dal 5 al 14%), cariofillene (circa il 10%) e limonene (circa il 6%).
L’utilizzo di quest’olio è consentito previa diluizione, deve comunque essere limitato nel tempo e l’uso interno è raccomandato solo sotto controllo medico.
Bisogna inoltre tenere presente che, come molti oli essenziali, può presentare un rischio di allergie nei soggetti predisposti.
Come abbiamo visto, la salvia ha proprietà antivirali, antibatteriche e antimicotiche, che vengono sfruttate per curare, tra l’altro, l’herpes labiale e le infezioni da Candida albicans.
L’olio di salvia svolge inoltre un’azione espettorante e mucolitica e viene utilizzato diluito per effettuare massaggi sulla parte superiore della schiena in caso di influenza e disturbi delle vie respiratorie, come sinusite e bronchite.
Le foglie fresche o essiccate della salvia officinale vengono, anche, tradizionalmente utilizzate per la pulizia dei denti per merito delle loro proprietà sbiancanti e disinfettanti: molti dentifrici in commercio contengono estratti ricavati dalla salvia officinale.
Grazie anche all’azione sulla micro-circolazione, la salvia si utilizza per produrre lozioni, shampoo e maschere contro la caduta dei capelli; l’infuso di quest’erba è usato per favorire i riflessi scuri sui capelli.
Viene utilizzata in cosmesi per combattere i problemi della pelle grassa, per restringere i pori dilatati e per eliminare le impurità della pelle.
È un ingrediente che spesso viene inserito nella formulazione di deodoranti e creme per mani e piedi grazie alla sua azione antibatterica e alla capacità di regolare la traspirazione.
Negli shampoo e nelle lozioni per capelli, trova impiego per combattere la forfora, per detergere i capelli grassi e per rendere più luminosi i capelli scuri.
La salvia ha proprietà leggermente stimolanti; il tè ricavato dalle sue foglie è stato usato come tonico per secoli.
Nell’Europa medievale , si pensava che la salvia rafforzasse la memoria e promuovesse la saggezza.
La salvia ha un posto molto importante anche nella pratica della magia esoterica (trovate diversi rituali, descritti su questo blog, nei quali viene utilizzata).
La sua energia è di genere maschile, il suo elemento è l’aria e il pianeta connesso è Giove.
L’uso più comune, come già accennato, è quello come elemento purificatore.
Con la salvia si possono preparare i bastoncini per lo ‘smudge’ ma è bene dire che nella tradizione della stregoneria la salvia è bruciata, soprattutto, dopo una morte in famiglia, quando ci si trasferisce in una nuova casa, quando sentite delle energie negative visitando un luogo, o durante il cambio delle stagioni.
Si dice che la salvia scongiuri il male ed è spesso usata nelle tradizionali cerimonie di purificazione (allontana gli spiriti maligni e le forze negative) bruciata, come incenso, aumenta la saggezza e favorisce il contatto con i propri spiriti guida.
È associata alla saggezza, alla buona fortuna; è utilizzata nei rituali per amplificare la propria forza emotiva e in quelli di guarigione.
Si dice che portare alcune foglie di salvia nel portafoglio o nella borsa per favorisca prosperità e guadagno economico.
Esprimete un desiderio e scrivetelo su una foglia di salvia, poi nascondetela sotto il cuscino che utilizzate per dormire: se sognate il vostro desiderio nelle tre notti successive, si avvererà.

Seguimi!!

4 pensieri riguardo “La salvia

  1. Claudia ha detto:

    La salvia acquistata già essiccata va bene uguale?

  2. Blair ha detto:

    Oggi ho trovato una pianta di salvia e ne ho raccolta un po’… Può essere usata in incantesimi di buon auspicio se l’ho raccolta durante la luna calante?

    1. Haimi Rem ha detto:

      Si… l’energia delle Erbe non dipende dalla lunazione in cui vengono colte, almeno che non si debba dare a questo un ulteriore significato; in alcune pratiche, ad esempio, tramandate dalle tradizioni risalenti agli antichi Druidi, contavano non solo le lunazioni (e le ore) ma anche gli strumenti impiegati per coglierle.

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