Come evocare il vostro guardiano

Gli amici che esercitano la Wicca li chiamano guide, i cattolici, e non solo, li chiamano angeli, per alcune coven di streghe naturali sono le fate. Nomi diversi per fedi diverse, eppure è lo stesso essere: quello che cammina accanto a noi.
Ricordo che i miei genitori e i miei nonni mi ripetevano sempre che il mio ‘tutore’, l’angelo custode, mi è vicino da quando sono nato.
È quando siamo bambini che, in effetti, li abbiamo veramente vicini e che le nostre anime sono realmente in contatto. Quando cresciamo li dimentichiamo allontanandoli, perché facciamo fatica a riconoscere e a sentirne la presenza.
Loro non ci abbandonano e ci controllano ancora di tanto in tanto ma non ci rimangono più accanto come da bambini.
In questo articolo vi descrivo un modo (ve ne sono altri) semplice per richiamarne la presenza in modo che possano nuovamente sostenerci e proteggerci.
Non servono preparativi particolari e, quando ne sentite la ‘nostalgia’, vi sentite smarriti nel percorso della vita o avete bisogno di una guida e di un supporto, ovunque voi siate sedetevi immobili chiudendo gli occhi.
Fate dei respiri profondi finché non vi sentite isolati dal mondo che vi circonda.
Dite queste parole (o simili) ad alta voce, se potete, altrimenti fatele risuonare, solamente, nella vostra mente.
Cercate di ricordare o dare un nome al vostro compagno e tutore spirituale; sarete più intimi e confidenti con Lui.

 “Ora ricordo. Tu sei la buona sorte che mi giunge inaspettatamente. Sei la fortuna che mi salva dalla mala sorte. Sei il sussurro che mi dice dove andare. Sei la spinta che mi spinge sulla retta via. Sei la carezza che guarisce i miei dolori. Sei la convinzione che rafforza la mia determinazione. Sei il compagno (o la compagna) di cui mi ero dimenticato. Ma ora ricordo. Vieni di nuovo a me, ora ti chiamo.”

Rendete ‘autentiche’ le parole che dite, ricordando i momenti in cui una forza invisibile sembra avervi aiutato o tirato fuori da situazioni che parevano disperate e insormontabili.
Cercate di ricordare quello che ha fatto il vostro guardiano per voi.
Attendete con fiducia e la forza spirituale che è sempre rimasta con voi si paleserà con un segno, una sensazione, un incontro.
Percepirete in maniera inequivocabile che il vostro tutore ha sentito la vostra chiamata ed è tornato al vostro fianco.
Se desiderate che esso condivida la sua essenza con voi ancora una volta la cosa deve essere reciproca.
Lasciate, ad esempio, come pensiero un pezzo di qualcosa che vi piace anche per lui. Ad esempio ti sei concesso una barretta di cioccolato? Regalane un pezzo, poi smaltiscila il giorno dopo.
Avete un profumo che vi piace tanto? Spruzzatene un po’ nell’aria perché la possa sentire anche il vostro guardiano. Avete ricevuto una bottiglia di vino? Versatene un po’ in un bicchiere, offrendola a lui.
Condividete con il vostro tutore le vostre piccole felicità.
Il tutto non deve essere inteso come un sacrificio, e nemmeno come un’offerta. Dovete pensare come se aveste un amico che i vostri occhi non possono vedere ma la che la vostra anima può percepire. Questo non è un affare, uno scambio o un incantesimo. Solo un atto di disponibilità e gentilezza.
Poi, nei momenti in cui avete bisogno di aiuto, o nei momenti in cui, per qualche ragione, vi sentite giù di corda o sconfortati, tenete un piccolo incantesimo pronto per dire al vostro guardiano che avete bisogno di lui.
Se siete religiosi, pensatelo come una preghiera. Se siete tipi pragmatici, pensatelo come una chiamata di emergenza.
Le parole devono essere vostre, non importa che vi lasciate andare a lunghe frasi; può essere una cosa molto semplice tipo quella che vi riporto nell’esempio che conclude questo articolo.

“ Angelo mio (se lo ritenete metteteci il nome) sei il mio amico e la mia ispirazione… Sii al mio fianco, per illuminami, guidarmi e proteggermi.
Così desidero e così sia.”

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