La storia della massoneria – Parte prima-

Con questa piccola serie di post tratti dagli scritti di Josep Guijarro (e pubblicati anche su https://mikeplato.myblog.it) e da svariate altre fonti comincio, come promesso, un piccolo excursus sulla storia della massoneria.
Sapete che la massoneria è depositaria nelle sue varie incarnazioni di un sapere occulto ed esoterico senza pari ed è quindi d’obbligo per chi s’interessa di questi argomenti andare a studiare ed approfondire questo sapere anche se devo ammettere che è molto difficile (almeno di non rimanere su un piano alquanto supeficiale) entrare in possesso di materiale e conoscenze di cui sono depositarie la varie realtà ‘frammasoniche’.

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Per gli storiografi la massoneria nacque nel 1717 grazie ai pastori protestanti inglesi James Anderson e J.T. Desaguliers, ma è ovvio che i loro riti e credenze erano ispirate a leggende molto più antiche, le cui origini continuano a essere oggetto di discussione. Discendono per caso dagli Antichi Misteri Pagani, dal Tempio di Re Salomone, dai Templari o dai Massoni Operativi del Medioevo? Al British Museum sono conservati due dei documenti massonici più antichi che si conoscano. Sembra che risalgano rispettivamente al 1390 e al 1450. Il primo ha il nome di Manoscritto Regius, mentre il secondo è il Manoscritto Matthew Cooke.
Questo è costituito da due parti, conosciute come “La Storia” e “Gli Incarichi Antichi”, che facevano parte delle Regole generali massoniche compilate nel 1720, e che anche James Anderson utilizzò come materiale di riferimento per la sua Costituzione di tre anni prima. Nel migliore dei casi, quindi, le prime menzioni alla massoneria risalgono al XIV sec. E’ questa l’età della potente società o esiste un’origine anteriore, mitica e misteriosa?
Il pioniere degli occultisti Eliphas Levi ci ricorda una leggenda massonica che rapporta le origini di questa istituzione con un manoscritto dell’VIII sec. riguardante la costruzione del Tempio di Salomone e il suo architetto Hiram Abiff. Il mitico tempio era un autentico trattato di geometria che riproduceva nelle sue strutture simboliche i differenti piani e livelli del cosmo. La vera importanza di questa storia però è da ricercare nel punto di vista allegorico.
Quindi, questa costruzione non sarebbe altro che una riproduzione della volta celeste dove il Sole è il re e l’altare punterebbe verso la costellazione dell’ariete. Cosa che risulta evidente nel testo biblico della Lettera agli Ebrei (9:24), quando si dice che «Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso…».
Ancora oggi, la decorazione delle logge massoniche prevede sul soffitto una decorazione che rappresenta la volta celeste con tutt’intorno i segni dello zodiaco.
La Bibbia dice che per la costruzione del Tempio di Gerusalemme furono necessari 153.300 operai, divisi gerarchicamente in tre gradi: 70.000 apprendisti, 80.000 funzionari o compagni e 3.300 maestri.
La leggenda sostiene che comunicavano tra di loro con parole segrete, segni e rintocchi diversi per ogni categoria. Secondo la tradizione massonica, Hiram completò la costruzione del Tempio in 7 anni e poi venne assassinato a martellate. «Quando la costruzione del Tempio di Salomone stava per finire – spiega l’erudito di massoneria Mario Pérez Ruiz –tre compagni volevano conoscere i segreti dei maestri e in tal modo sfruttare il grado superiore. Ma, non conoscendo la parola segreta, assassinarono a martellate Hiram Abiff».
Gli assassini seppellirono il cadavere lontano da Gerusalemme e Salomone ordinò che venisse cercato da 9 maestri… Che lo trovarono. Per riconoscere il luogo dove venne sepolto vi piantarono un ramo di acacia. La storia della morte di Hiram ha una relazione simbolica con quella di Osiride. L’architetto del Tempio dei giudei è stato assassinato presso la porta occidentale, dove tramonta il Sole. Nella mitologia egizia anche le Sale di Amenti, governate dal dio della morte e della reincarnazione, si trovano a Occidente. Osiride ritorna dal regno dei morti a Nord, che nella mitologia egizia è associato alla costellazione del Leone. Hiram Abiff torna dal regno dei morti tramite una stretta di mano massonica denominata “la presa del leone”. Infine, sia nei misteri massonici che in quelli egizi, il “dio” risorto viene sepolto in una collina segnalata con un albero. L’entrata al Tempio di Salomone è fiancheggiata da due colonne conosciute con il nome di Jachim e Boaz, allo stesso modo degli obelischi utilizzati allo stesso scopo all’ingresso dei principali templi egizi. Ad esempio, le iscrizioni sull’obelisco egizio che si trova a Central Park, a New York, mostrerebbero simboli massonici dei tempi di Tuthmosi III. Lawrence Gardner è convinto che Hiram Abiff  riprese il costume egizio di situare pilastri all’entrata dei templi quando pose Jachim e Boaz nel Tempio di Salomone.
Il loro interno era cavo ed era stato pensato così per conservare gli archivi e i testi delle norme dei costruttori.
Per gli storiografi della massoneria non è una coincidenza: «Tutta la Luce viene da Oriente; tutte le iniziazioni dall’Egitto», scrisse Cagliostro, fondatore del Rito della Massoneria Egizia. Oggi il ricordo della luce d’Egitto continua ad affascinare molti massoni, che non smettono di sognare lo splendore e la perfezione delle piramidi e dei templi della civiltà dei faraoni.
Nonostante tutto – ci ricorda Gérald Galtier – per la maggioranza dei frammassoni, la Terra Santa è quella di Gerusalemme e ciò che andrebbe ricostruito è il tempio di questa città. In effetti, Salomone custodirebbe la chiave che permette di accedere ai segreti della frammassoneria.
Già dal XVIII sec. diversi autori suggeriscono che l’origine della massoneria andrebbe cercata nei Templari.
Secondo le teorie di questi studiosi, questa confraternita di monaci-guerrieri fondata nel 1118 sarebbe rimasta chiusa per 9 anni nel tempio dei giudei e dopo una rapida espansione in tutta Europa sarebbero stati responsabili del finanziamento di gran parte delle cattedrali gotiche. Per caso il movimento massonico prese le mosse dai Templari? Il celebre scrittore Robert Graves ne deduce che la massoneria fu introdotta in Europa, più precisamente in Scozia, sotto le spoglie di una confraternita di artigiani grazie ai Templari. Questo Ordine avrebbe recuperato in Terra Santa un’abbondante documentazione di origine islamica ed ebraica, cosicché alcuni specialisti percepiscono negli insegnamenti massonici una certa influenza sufi. Il traduttore delle Mille e una notte, Sir Richard Burton, definì il sufismo come il parente orientale della massoneria.
Più in là si spinge Idris Shah al concludere che “Boaz” e Salomone non fossero israeliti, ma architetti sufi. Di fatto, Salomone viene venerato dall’Islam come un profeta.
Ma Jorge Blaschke e Santiago Río avvertono che i sufi non sono la sua origine primigenia. Le radici dei suoi insegnamenti andrebbero cercate nei sabei, una setta di artigiani e commercianti che professavano una dottrina ellenistica attribuita a Hermes e che si insediarono nell’Alta Mesopotamia e a Nordest di Aleppo tra il IX e l’XI sec.
Praticavano un comunismo iniziatico che propugnava un rituale di cameratismo, un’intesa tra corpi dello stesso mestiere. Nella sua opinione, la riforma della massoneria che venne effettuata a Londra all’inizio del XVIII sec. commise un grave errore, in quanto confuse con termini ebraici quelli saraceno, svilendo l’antica tradizione sufi.
Comunque, la maggioranza degli storici concordano nel fatto che gli inizi della massoneria sono radicati nelle corporazioni dei mestieri e costruttori medievali. «Parliamo di Uomini che interpretavano in un senso molto sottile questa pedagogia di massa che la Chiesa pone in atto in funzione della pietra, quest’arte illustrativa che tentava di trasmettere al popolo ciò che non poteva leggere perché non sapeva farlo – spiega Eduardo R. Calley – Quando osserviamo un portico romanico siamo di fronte a un libro che tenta di trasmettere delle cose. Nel corso della storia dell’Umanità, costruire edifici ha sempre avuto una funzione sacra perché quello che si costruiva erano i templi. Il resto non ci è rimasto. Ciò che è giunto sino a noi sono le pietre delle ziggurat, delle piramidi, dei grandi templi d’Oriente. Pertanto, c’è sempre stata una connotazione sacra nel mestiere di costruire».
Nella sua opinione, questa responsabilità nel Medioevo ricadde sugli ordini monastici e, in particolare, su quello benedettino. In effetti, sotto la direzione dei grandi abati, apparivano le prime espressioni di un’architettura rinnovata che mostrerà le proprie possibilità nell’arte romanica ed esploderà in tutta la sua potenza con il gotico.
Sotto la sua protezione troveremo anche le prime prove di una massoneria primitiva, frutto del rinnovamento della conoscenza e delle tecniche di costruzione. I benedettini prima e i cistercensi più tardi dominarono l’edilizia medievale.
Ogni convento era una colonia dove, oltre a dedicarsi alla pratica della pietà, si studiavano le lingue, la teologia e la filosofia, ci si occupava attivamente di agricoltura e si insegnavano ed esercitavano tutti i mestieri… Gli abati tracciano i progetti e dirigono le costruzioni, stabilendo in questo modo una corrente di intelligenza tra i conventi. Se Calley è nel giusto, la spiritualità occidentale ha le sue radici nell’esoterismo giudaico-cristiano e il lavoro iniziatici di raffinare la “pietra grezza” – simbolo centrale della dottrina massonica – incontra un antecedente diretto nell’azione di “squadrare la pietra” piantata dai grandi maestri benedettini come allegoria della costruzione dell’ “Uomo spirituale”, adatto al compito di costruire sulla Terra il riflesso della Città Sacra, la mitica Gerusalemme Celeste.
Cosa che è di una formidabile ironia alla luce dell’attitudine pugnace che la Chiesa ha sempre dimostrato nei confronti della massoneria. Per dimostrare ciò lo storico argentino si serve di fonti dell’epoca e di scritti storici, come un manoscritto di Wilhelm de Hirsau, uno dei più grandi abati costruttori dell’Ordine Benedettino nell’XI sec., in cui si fa riferimento al grembiule di cuoio e al suo significato profondo.
Xavier Casinos assicura che i massoni godevano, inoltre, di privilegi che non avevano altri artigiani, come la libertà o franchigia di spostarsi da un luogo a un altro per effettuare il proprio lavoro. Per questo li si chiamava frammassoni (da francmasons = carpentieri liberi).
Questa mobilità, ad ogni modo, diede luogo ai segni segreti, che avevano l’obiettivo di fare in modo che si riconoscessero tra di loro quando iniziavano una nuova costruzione. Durante il XVII sec. ebbe luogo il processo di transizione che portò le corporazioni di costruttori a trasformarsi nella massoneria così come la conosciamo attualmente.
Vale a dire che abbandonò la propria operatività per trasformarsi in una società filosofica che manteneva buona parte della simbologia medievale, come il compasso, la squadra, il grembiule di cuoio e il filo a piombo. Con la nascita di questa massoneria speculativa, i suoi membri non dovevano più costruire una cattedrale, ma un’umanità migliore a partire dal tempio interiore di ogni massone.
Il cavalier Ramsay introdusse l’ “ipotesi templare”, più adeguata alla nobiltà del XVIII sec. rispetto al carattere borghese delle corporazioni di mestieri, e diede origine al sistema conosciuto oggi come Rito Scozzese Antico e Accettato.
A partire da allora, si introdusse un nuovo elemento di controversia tra chi abbracciò l’origine templare dell’istituzione come fondamento storico dell’Ordine e coloro che tentarono di sostenere l’origine nei costruttori di cattedrali.

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