Le origini della Wicca e del neopaganesimo.

Wicca: triplice deaPer il fine settimana vi invito a leggere questo articolo di Introvigne e Zoccatelli che presenta un interessante panoramica sulle basi storiche e filosofiche del movimento ‘Wiccan’ dalla cui tradizione hanno origine molti dei rituali di magia esoterica che vi illustro in questo blog.
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La maggior parte degli aderenti alla Wicca (espressione anglo-sassone antica per “stregone”,
maschile di wicce, “strega”) si definisce “pagana”, anche se non tutti i neo-pagani si
considerano “streghe” o aderenti alla Wicca.
Il rapporto fra antiche spiritualità pagane e neostregoneria è in relazione con una controversia storiografica, la cosiddetta “eresia Murray”, e
con le origini stesse del movimento chiamato Wicca in Inghilterra.
Una prima controversia
ruota intorno alle tesi di Margaret Alice Murray (1863-1963), egittologa di professione e
storica della stregoneria per passione, che pubblica a partire dal 1917 diversi scritti sulle
streghe che culminano nel 1931 con Il dio delle streghe.
Influenzata dalle ricerche, a sua volta discusse, del folklorista americano Charles Godfrey
Leland (1824-1903), condotte soprattutto in Italia, Margaret Murray sostiene che la
stregoneria è la “vecchia religione” dell’Europa precristiana e di quella celtica, sopravvissuta in
modo segreto.
La stregoneria combattuta in epoca medievale era nella sostanza, secondo
Margaret Murray, l’autentica “religione pagana”, in una vasta area d’Europa, legata in buona
parte ai Celti.
Convinti che la stregoneria del Medioevo non avesse in realtà niente a che fare con le religioni
precristiane o celtiche, gli storici della stregoneria accademici reagiscono in modo violento al
libro di Margaret Murray, e molti approfittano della controversia per concludere che la
stregoneria non è mai esistita se non nell’immaginario degli inquisitori, che avevano inventato
le streghe e creato il relativo panico morale.
A partire dagli anni 1970, peraltro, la tendenza dominante nella storiografia accademica
cambia. Storici come Carlo Ginzburg, a partire da esempi specifici, suggeriscono una via media
che non accetta né la tesi di Margaret Murray né la contro-tesi secondo cui la stregoneria
sarebbe una mera fantasia. Ginzburg e altri sostengono che la stregoneria non è un’invenzione
medievale: elementi che derivavano da una cultura folklorica, in parte antichi, in parte
maggiore più recenti, avevano un’esistenza autonoma, che sarebbe continuata anche senza i
processi degli inquisitori.
È più saggio concludere, secondo questi storici, che il nucleo
autentico della stregoneria medioevale e ‘protomoderna’ comprende esperienze estatiche
popolari, che rimangono tuttavia molto diverse da quelle di ogni religione precristiana.
Negli anni 1990 altri storici, soprattutto inglesi (Lyndal Roper, Robin Briggs, James Sharpe,
Diane Purkiss, Stuart Clark), adottano una posizione ulteriormente diversa, e alcuni
sostengono che i processi per stregoneria, peraltro minori per numero di quanto storici
precedenti avessero creduto, nascono “dal basso”, dalle accuse e dalla diffidenza popolari
verso figure (prevalentemente femminili, ma anche maschili) marginali e sospette.
Queste
figure marginali potevano avere diverse forme di comportamento considerato antisociale, ma
non praticavano nessun tipo, neppure, salvo in casi rari e locali, folklorico – di religiosità
alternativa o precristiana.
I creatori della Wicca utilizzano, sostanzialmente, l’”eresia Murray”.
Se infatti la religione
pagana aveva avuto una continuazione segreta nella stregoneria, non era incredibile che, sempre in segreto, fosse continuata fino ai giorni nostri e se ne potessero trovare ancora oggi
eredi autentici.
Il fondatore della Wicca (non da tutta la Wicca attuale riconosciuto come tale) è Gerald Brosseau Gardner (1884-1964).
Nasce a Great Crosby, nel Lancashire inglese, il 13
giugno 1884 da una famiglia benestante.
Non prosegue gli studi universitari ma, affascinato
dall’Oriente, va a lavorare per il Servizio civile britannico in Malesia.
Nel 1936 va in pensione, e
si ritira nella zona della New Forest, nell’Inghilterra del Sud.
Già in Oriente si era interessato
alle tradizioni magiche locali e aveva aderito alla Società Teosofica. In Inghilterra è così
naturalmente accolto da ambienti teosofici e fa parte di una “Fraternità Rosacrociana” della
New Forest i cui membri sono quasi tutti teosofi.
Più tardi, Gardner darà importanza alla sua asserita frequentazione di un personaggio noto
nella New Forest, Dorothy Clutterbuck Fordham (1880-1951), sostenendo di avere ricevuto
da questa “vecchia Dorothy” una tradizione ereditaria di stregoneria continuata nella zona per
secoli all’interno di alcune famiglie.
In un’opera pubblicata nel 1999, lo storico Ronald Hutton (che ha potuto avere accesso alle carte personali e ai diari di Dorothy Clutterbuck) ha stabilito
in via definitiva che la dama della New Forest, pilastro del Partito Conservatore e della Chiesa
anglicana locale, non aveva alcun interesse di tipo esoterico né teosofico.
Gardner, che
probabilmente la aveva conosciuta, ha voluto (dando il nome di una personalità socialmente
nota e defunta)  creare una falsa pista per nascondere le origini reali del suo rituale. Diverse
persone hanno ritenuto che il vero “iniziatore” di Gardner sia stato il celebre occultista inglese
Aleister Crowley (1875-1947), e lo hanno sospettato di avere scritto per Gardner i primi
rituali della Wicca.
Gardner e alcuni amici elaborano negli anni 1940 (sulla scorta delle idee di Margaret Murray e
di una varietà di altre fonti) un rituale che si ispira alla stregoneria, e cominciano a praticarlo
con persone che fanno parte della loro cerchia teosofica nella New Forest.
Fino al 1951 la
stregoneria è illegale in Inghilterra.
Gardner pubblica per la prima volta riferimenti a
un’organizzazione di neo-stregoneria sotto forma di romanzo nel 1949, con il titolo High
Magic’s Aid.
Dopo il 1951, Gardner può pubblicare due opere teoriche: Witchcraft Today nel
1954, e The Meaning of Witchcraft nel 1959.
In queste opere (così come in molte conversazioni e interviste) Gardner, dalla fine degli anni
1940 fino alla sua morte nel 1964, insiste nel sostenere di non avere inventato la Wicca ma di
essere entrato in contatto con un gruppo della New Forest che risale al Medioevo e che si
trasmette una tradizione di padre in figlio (e di madre in figlia).
Qualche volta, Gardner fa
riferimento alla “vecchia Dorothy” come se si trattasse di una strega contadina; in realtà
Dorothy Clutterbuck Fordham era in effetti chiamata la “vecchia Dorothy”, ma si trattava di
una dama anglicana colta e ricchissima, che, come abbiamo visto, sembra non avere avuto
nulla a che fare con la stregoneria.
Sull’attendibilità del resoconto di Gardner esistono diverse opinioni.
Margot Adler e Aidan A.
Kelly tendono a sostenere che la storia di Gardner sia totalmente fantastica. Kelly, in
particolare, ha lavorato sui documenti personali di Gardner, ceduti a un Museo della
stregoneria nell’Isola di Man e successivamente da questo alla società Ripley’s International,
che gestisce a fini di lucro i diversi musei di curiosità “Ripley’s Believe It or Not” nel mondo.
Alla domanda se nelle prime versioni, del 1949 e del 1953, dei taccuini magici e del “Libro
delle Ombre” (Book of Shadows) di Gardner ci fossero elementi che non provenissero da fonti
note nel mondo dei movimenti esoterici degli anni 1940, Kelly risponde negativamente.
Tutto
può essere fatto risalire a rituali e opere di Aleister Crowley, della Golden Dawn, della Società
Teosofica e della massoneria, con derivazioni occasionali da classici della letteratura inglese e
dalle opere di Leland e della Murray.
L’unica aggiunta riguarda lo scourging, una blanda
flagellazione rituale, che Kelly attribuisce più alle preferenze sessuali di Gardner che a una
presunta tradizione antica.
Ronald Hutton accetta sostanzialmente la tesi di Kelly, con l’unica
differenza che attribuisce la scelta dello scourging all’opportunità di trovare un metodo facile
per provocare stati alterati di coscienza.
Dal canto suo, Doreen Valiente (1922-1999), allieva preferita di Gardner fino alla rottura
avvenuta nel 1957, considerata da molti la madre della Wicca contemporanea, ha maturato su
questa controversia diverse posizioni nel corso di una lunga carriera nella neo-stregoneria.
Nei
suoi ultimi scritti, Doreen Valiente riferisce che Gardner ammetteva di avere copiato parti del
rituale da Crowley e da Leland, e conferma quanto sostenuto da Kelly a proposito di importanti
revisioni al “Libro delle Ombre” operate dalla stessa Valiente fra il 1953 e il 1957 per eliminare
una serie di riferimenti massonici e crowleyani.
In polemica con Kelly, Doreen Valiente sostiene
però che Gardner (avendo ammesso una serie di episodi poco onorevoli a proposito del suo
uso di “prestiti” letterari) non aveva alcuna ragione di mentire quando continuava a sostenere
di essere veramente entrato in contatto con una congrega di stregoneria della New Forest di
origini celtiche.
Allo stesso Crowley, del resto, sono stati attribuiti contatti con una tradizione di
stregoneria ereditaria che risalirebbe a George Pickingill (1816-1909).
La tesi, proposta da Bill
Liddell nel 1974 e ripetuta da molti altri autori, è stata smontata da Hutton e da altri: Crowley
non si è mai interessato alla stregoneria moderna o antica (se non per criticarla come magia di
tipo “inferiore”); non esistono prove documentali né di contatti fra Crowley e Pickingill, né fra
quest’ultimo (un contadino dell’Essex, che operava come mago folklorico di paese) e ambienti
magici “colti”.
Né si deve dimenticare che l’eventuale contatto (non provato) di Gardner,
direttamente o tramite Crowley, con una tradizione di stregoneria più antica non riporterebbe
comunque all’epoca precristiana, a meno di prendere letteralmente per buone le tesi della
Murray, cosa che anche i suoi critici più benevoli non sono oggi disposti a fare.
Sarebbe però sbagliato credere che la Wicca contemporanea sia prigioniera del dibattito sulle
sue origini.
Come scrive Margot Adler, “molti di coloro che partecipano al revival neostregonico accettano la Vecchia Religione Universale più come una metafora che come una
realtà letterale”; per altri, “la questione delle origini non è importante”.
Un esponente della
Wicca gardneriana, Ed Fitch, dichiara: “Oggi, naturalmente, abbiamo tutti capito che non è
importante se la tua tradizione è antica di quarantamila anni o se è stata creata la settimana
scorsa” (Drawing Down the Moon, Beacon Press, Boston 19862, p. 87).
Il mondo della Wicca (e della neo-stregoneria in genere, dal momento che, specie al di fuori
del mondo di lingua inglese, non tutti accettano l’etichetta Wicca) è una costellazione instabile
di gruppi in genere piccoli che si formano, si dividono, si ritrovano in festival annuali, leggono
gli stessi giornali e frequentano le stesse librerie.
Non vi è dubbio, tuttavia, che si tratti (almeno nella maggioranza dei casi) di veri e propri movimenti, e non soltanto di un ambiente:
spesso sono assunti nomi come “federazione” o perfino “chiesa”, che indicano chiaramente il
proposito di organizzarsi.
Dal punto di vista dottrinale, la sottolineatura del valore del
politeismo e di un certo (neo-)celtismo “religioso” come fermento di libertà e di rifiuto delle
gerarchie si ricollega al carattere effimero della maggioranza dei gruppi della Wicca.
È
altrettanto vero che le “streghe” e gli “stregoni” si sentono, in genere, parte dello stesso
movimento, nonostante le loro divergenze.
In questo senso, è forse meno essenziale di quanto molti credono la distinzione fra vari filoni:
gardneriani ortodossi, gruppi “ereditari” (i cui iniziatori mettono in dubbio il resoconto di
Gardner ma affermano di avere trovato autentiche tradizioni stregoniche nella propria
famiglia), “alexandriani” (che derivano dal colorito Alex Sanders (pseudonimo di Orrell
Alexander Carter, 1926-1988), il quale rivendicava a sua volta una tradizione familiare che gli
sarebbe stata trasmessa dalla nonna ), “dianici” (di impronta femminista, diffusi soprattutto
negli Stati Uniti intorno a figure come Miriam Simos, “Starhawk”, e Zsuzsanna Szilágy, “Z
Budapest”, “eclettici”.
Si tratta di un movimento che ha compiuto negli ultimi anni un
notevole sforzo di pubbliche relazioni per migliorare la propria immagine e distinguersi dal
satanismo e dalla magia sessuale di tipo crowleyano.
Mentre alcuni gruppi hanno proposto di
evitare i termini “streghe” e “stregoneria” (preferendo parlare in modo meno provocatorio di
“paganesimo”), la maggioranza non ha intenzione di cambiare nome. Nel mondo, diverse
decine di migliaia di persone sono coinvolte in questo movimento.
I paesi dove la Wicca è più
forte (gli Stati Uniti e l’Inghilterra) cercano di superare una fase iniziale in cui il movimento si
è definito soprattutto per il suo essere “contro” il cristianesimo, ponendosi in modo più
propositivo e avviando perfino caute esperienze di dialogo con le altre religioni.
Si calcola che
nell’area anglosassone partecipino al movimento circa centocinquantamila persone, meno di un
terzo delle quali hanno ricevuto una formale iniziazione in una congrega o coven.
Molto minore
è la presenza (nell’ordine delle poche migliaia, se non delle centinaia di persone in ciascun
paese) nell’Europa continentale e in America Latina.
La Wicca non ha un’organizzazione internazionale unitaria, né a stretto rigore organizzazioni
nazionali.
La corrente principale (quella che si riconosce nella stessa parola Wicca) accetta il
principio del Rede (“se non danneggia nessuno, fai ciò che vuoi”, una “legge” che secondo
Hutton, sarebbe stata creata da Gardner sulla base della “Legge di Thelema” di Crowley, con
l’importante correttivo dell’invito a non danneggiare nessuno), e la “Legge del tre” secondo
cui sia il bene sia il male fatto ad altri ritornano “tre volte ricambiati”.
Non vi è neppure una
dottrina unitaria, e il riferimento al politeismo è interpretato in modi molto diversi (così come
diverso è il tipo di “esistenza” attribuito alle divinità).
I rituali presentano importanti variazioni
da gruppo a gruppo, anche se riferimenti all’originario Libro delle ombre di Gardner pervadono
quasi tutto il movimento.
Negli ultimi anni, aumentando la difficoltà di fondare o di aderire a un
coven (organizzazione per sua natura piccola e chiusa), vi è stata una vera e propria
esplosione dei “praticanti individuali”, che si “auto-iniziano” tramite libri o siti internet e non
aderiscono a gruppi organizzati.
Anche costoro fanno parte di un movimento che travolge le
tradizionali distinzioni fra magia e religione: la Wicca propone una magia che diventa, per il
praticante, una religione, a proposito della quale la categoria di “religione della natura” è quella
che incontra il consenso maggiore fra gli studiosi recenti.
Anche in Italia esistono sia un certo numero di gruppi o “congreghe”, sia praticanti individuali
che accettano i principi generali così come sono stati elaborati in Inghilterra e negli Stati Uniti,
sia praticanti che pensano che la struttura e le regole della Wicca siano tipicamente
anglosassoni e non si applichino necessariamente alla tradizione della stregoneria italiana.
Vi
sono persone in Italia che si definiscono “streghe” ma che non si considerano parte della
Wicca, preferendo attingere ai vari patrimoni regionali italiani.
Il movimento rimane
essenzialmente fluido e poco organizzato, anche se ha trovato in Internet uno strumento di
coordinamento particolarmente adatto ai suoi scopi.

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Un pensiero riguardo “Le origini della Wicca e del neopaganesimo.

  1. Patrizia Dragonetti ha detto:

    Se, come nella maggior parte dei casi, e compiuto in forma simbolica, richiede l’uso di athame e calice, che sono tra i principali strumenti rituali wiccani. La lama e il calice sono la rappresentazione simbolica degli organi genitali umani: l’athame, simbolo dell’ organo riproduttivo maschile, e immerso nel calice riempito con vino o con altra bevanda, che rappresenta l’ organo riproduttivo femminile . La wicca e una religione della fecondita, che celebra la nascita della vita. L’unione sessuale e considerata sacra, poiche riproduce il mistero dell’unione cosmicamente complementare della Dea e del Dio. Il grande rito rappresenta l’unione divina tra il maschile e il femminile, unione che e contemporaneamente e progressivamente fisica, chimica, psicologica e astrale, e riproduce l’eterno unirsi e scontrarsi della Dea e del Dio, che genera la manifestazione dell’esistenza. Per questo l’importanza della pratica del grande rito e enfatizzata.

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